Con la chiusura degli ospedali la cattiva gestione politica del centro-destra comincia a distruggere la Sanità ciociara.
Dopo i documenti che le opposizioni in Consiglio Regionale del Lazio si rende purtroppo chiaro che il progetto distruttivo della sanità ciociara da parte del centro destra è ormai arrivato a compimento.
Di 17 ospedali che verranno chiusi nella Regione Lazio, un impatto devastante si avrà nella Provincia di Frosinone. Secondo il piano che sarà presentato, verranno chiusi gli ospedali di Pontecorvo con la perdita di ben 119 posti letto, l’ospedale di Anagni con 81 posti letto persi, oltre ad Arpino (20 posti) e Ceccano (49 posti). Saranno ulteriormente azzerati i posti letto che finora avevano Atina, Ceprano, Ferentino.
Decisioni prese dall’alto, senza alcun rapporto con il territorio, senza una concertazione con gli operatori e i pazienti fanno di questa destra la gestione più arroccata e negativa che si è vista negli ultimi anni.
Non bastano le manifestazioni, le prese di posizione, le occupazioni che i cittadini hanno avuto il coraggio di fare nei giorni scorsi. Con questa destra al governo regionale (che in provincia di Frosinone durante a campagna elettorale ha promesso mari e monti, anche in tema sanitario), ora si distrugge un intero comparto. Un settore che valorizzava cittadine e pur nelle difficoltà , permetteva ai cittadini di avere una Sanità vicina alle proprie esigenze, dando maggiore uguaglianza e libertà ; dando cioè la stessa possibilità di sopravvivere anche a chi non vive nelle grandi città . Così non sarà più, inevitabilmente.
Dove sono oggi i tanti consiglieri regionali eletti nelle file del PDL in Provincia di Frosinone? Chi li ha visti difendere la Sanità ciociara e le centinaia di posti di lavoro?
Ancora una volta in più, sia i cittadini che gli amministratori locali hanno modo di vedere quanto sia distante la politica del centro-destra e della Polverini dai problemi veri della gente sul territorio.
Un’ultima domanda che anticipa un tema su cui avremo la possibilità di andare più a fondo.
Che fine faranno le strutture ospedaliere che saranno chiuse? Quale altra speculazione a danno dei cittadini, dovremo vedere nei prossimi mesi? La ipotizzata riconversione di queste strutture sanitarie a chi sarà affidata? Ai soliti privati, portando così a compimento il percorso che vede la distruzione della sanità pubblica e il passaggio a quella privata?
A queste ed altre domande il centro-destra regionale e provinciale dovrà rispondere, se solo trovasse il coraggio di confrontarsi. Ma come è evidente a tutti, ormai, il coraggio l’ha perso, insieme a tutte le promesse della campagna elettorale.