“Può una legge regionale stravolgere una legge nazionale? Mi riferisco allo stravolgimento della legge n. 194/78.” Lo dichiara in una nota Annamaria Tedeschi, consigliere regionale dell’Italia dei Valori.
“E’ questo il primo interrogativo che viene da porsi leggendo il testo della proposta di legge n. 21 sulla riforma dei consultori familiari. Le aberrazioni presenti nella proposta sono molteplici, ma quella che più di tutte lascia interdetti è la conclusione del percorso previsto per le donne che dovessero decidere di abortire: l’art. 13 della proposta prevede che dovranno sottoscrivere una dichiarazione che verrà “verbalizzataâ€, sì il termine utilizzato è quello in uso nei commissariati di polizia e nelle questure; ma non finisce qui: questo verbale deve essere inviato alla Regione in forma anonima e comunicato al consultorio territorialmente competente qualora la donna ne abbia scelto un altro sul territorio. Tanto si è fatto e si è combattuto per dare dignità alle donne, ma sembra che il centro-destra di questa Amministrazione regionale intenda ripristinare la proprietà collettiva del nostro corpo, come se la sua “gestione†fosse un problema di ordine sociale. L’indignazione è tanta – conclude tedeschi – ma altrettanto forte è la certezza che questa legge non potrà mai trovare fondamento nel nostro contesto sociale per il semplice motivo che è fuori tempo.”