Udienza di convalida senza alcuna sorpresa, questa mattina in carcere, per Natalino Di Mambro, il pensionato 66enne reo confesso dell’omicidio dell’avvocato Massimo Pallini. Il Giudice per le udienza preliminare del tribunale di Cassno non ha accolto le richieste presentate dall’avvocato Raffaele Papa, legale di Di Mambro, di concedere all’indagato gli arresti domiciliari motivando tale richiesta in considerazione del fatto che l’indagato, essendosi consegnato spontaneamente non farebbe temere per il pericolo di fuga; le prove sarebbero state tutte acquisite e quindi mancherebbe anche il pericolo di inquinamento delle prove; anche la reiterazione del reato sembra improbabile anche perché, quello che voleva commettere, purtroppo lo ha compito e se avesse avuto il coraggio di fare altro, lo avrebbe fatto prima di consegnarsi. Il Gip, però, lo ha lasciato in carcere a Cassino. Neanche le precarie condizioni fisiche dell’uomo lo hanno convinto. Di Mabro, infatti, che zoppica a causa di danni perenni lasciati da una poliomelite che lo ha colpito poco diopo la nascita, deve ingerire farmaci di diverso genere. L’uomo, inoltre, avrebbe confermato di essersi pentito per quanto accaduto, ma solo perché ha lasciato orfano un bambino di dieci anni, un bambino con cui l’uomo parlava spesso quando, in momenti sereni, lo incontrava nella sala d’aspetto dello studio legale, lo stesso dove, mercoledì pomeriggio alle 16, Di Mambro ha ucciso il padre con quattro colpi di pistola. L’avvocato Raffaele Papa, inoltre, si trova in quella che sembra essere una difficile posizione: difendere l’assassino di un suo collega. “Fermo restando la più netta condanna per il gesto criminale di uccidere un professionista stimato come Massimo Pallini, rsta il fatto che ho fatto un giuramento e lo rispetterò a pieno. Inoltre ho avuto messaggi di solidarietà da parte anche di altri colleghi tra cui il presidente dell’ordine Giuseppe Di Mascio”.
Er. Amedei