La mattina di Natalino Di Mambro, ieri, è cominciata presto quanto l’uomo, con il porto d’armi per un fucile, è andato a San Giorgio e, al costo di 300 euro, ha comprato una pistola e relativo armamento. Tutto in regola, la pistola l’avrebbe potuta tenere per uso sportivo. Ma le sue intenzioni erano altre. L’uomo è tornato a casa a Sant’Elia, ha pranzato, si è riposato e, giunta l’ora in cui il suo avvocato riceveva i clienti, si è rercato in via Cimarosa, è salito al primo piano, ha chiesto ai clienti in attesa di poter passare per dire una sola parola all’avvocato ed è entrato. Con quattro colpi di quella pistola ha posto fine all’esistenza del suo avvocato Massimo Pallini. Due ogive, il legale le aveva ancora nel corpo all’altezza del torace, due, invece, dopo averlo colpito, sono uscite. Uno, dopo aver trapassato il collo, si è conficcato nella stampante. Poi, l’uomo è uscito e, ai testimoni avrebbe detto: “Non vi preoccupate, tra un po’ l’avvocato vi riceve”. Ma quei colpi esplosi lasciavano intendere che qualcosa di brutto era accaduto. Alle 21, l’assassino era in commissariato a Cassino e ha raccontato di una somma di duemila euro che doveva ad un avvocato per una causa che tra l’atro aveva perso. Una parcella che aveva ritenuto cara e per questo si era rivolto all’avvocato Pallini per denunciare il suo collega. Pare che il nuovo avvocato gli avesse assicurato che quella parcella non sarebbe stata pagata ma alla fine, dopo anni, quella parcella si era triplicata e poi sarebbe andata via via ad aumentare fino ad arrivare alla somma di 28 mila euro con tanto di ipoteca sulla casa. Questo sarebbe stato il suo racconto che, poi, lo avrebbe portato ad assassinare l’avvocato. Oggi si è svolta l’autopsia sul corpo della vittima. Domani il reoconfesso incontrerà il Gip del tribunale di Cassino e, alle 15, si svolgerà il funerale a Vallerotonda di Pallini.
Er. Amedei