Dichiaravano fallimento dopo aver nascosto le ricchezze aziendali. Quattro denunce
1 Ottobre 2010Sostenevano lsamente di essere in bolletta ma, nella realtà , tutti gli utili le ricchezze dell’azienda, erano arrattmente occultate. Per questo, quattro imprenditori, Due di San Vittore del LAzio e due di Pontecovo, sono stati denunciati dalla guardia di finanza di Cassino. Gli uomini al comando del capitano Vincenzo Ciccarelli indagando sugli illeciti comportamenti degli amministratori e soci di numerose imprese dichiarate fallite negli ultimi mesi.
Molti fallimenti, però, a seguito di un monitoraggio effettuato dalle Fiamme Gialle, hanno evidenziato elementi di anomalia, tanto da far ingenerare il sospetto che gli amministratori e i soci di alcune imprese abbiano volutamente portato la propria azienda al dissesto finanziario allo scopo di non pagare i propri debiti, occultando, contestualmente,
il proprio patrimonio.
Tali imprese, secondo gli investigatori, non dovevano fallire perché possedevano disponibilità finanziarie, in denaro e beni mobili e immobili, che avrebbero permesso di far fronte ai debiti contratti senza problemi: gli imprenditori indagati, tuttavia, hanno furbamente deciso di “eliminare†i debiti societari organizzando un finto fallimento, facendo sparire i propri beni e denari.
Ma le fiamme gialle hnno ripercorso passo passo le attività delle aziende ricostruendone i volumi delpatrimonio e i sistemi usati per occultarlo. In particolare, per un’impresa di San Vittore nel Lazio, operante nel campo della ristorazione alimentare e dei gelati, è stata individuata la sottrazione e l’occultamento di titoli e denaro contante per 750.000 euro circa, indebitamente consegnate ai soci prima e dopo la dichiarazione di fallimento. Oltre alle disponibilità liquide, gli amministratori hanno occultato beni per 150.000 euro circa. Tali somme, dunque, sono state sottratte ai creditori del fallimento – imprese che pur operando nella legalità non otterranno il pagamento de i loro crediti – ed ai lavoratori dipendenti, i quali non hanno ricevuto nella loro interezza le retribuzioni.
Sono state individuate, quali responsabili, due persone, deferite alla Procura della Repubblica di Cassino per bancarotta fraudolenta. Costoro dovranno ora sostenere un processo e rischiano una condanna alla reclusione fino a 12 anni.
Analoga tecnica è stata utilizzata da due persone di Pontecorvo, proprietarie di imprese edili e di lavorazione infissi, che hanno però sottratto alla procedura fallimentare 10 automezzi, come accertato dalla Guardia di Finanza di Frosinone e Viterbo, dove era residente uno degli nteressati.
L’Autorità Giudiziaria di Cassino ha emesso, negli ultimi giorni, gli avvisi di garanzia rivolti ai quattro responsabili.