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Italia Serbia, vince la violenza degli ex Jugoslavi

Un clima da guerriglia, questa sera, si è vissuto dentro e fuori lo stadio Marassi di Genova dove si sarebbe dovuta disputare la partita di calcio Italia Serbia, valevole per le qualificazioni del campionato europeo. Al momento i tifosi della Serbia, gli stessi che si sono resi protagonisti di un vergognoso ed incivile comportamento prima e durante la partita, sono ancora asserragliati all’interno dello stadio. Le forze dell’ordine, rinforzate da battaglioni di carabinieri e celerini provenienti anche da Torino e Milano, si preparano ad affrontarli. Già prima della partita, i serbi avevano dato chiari segnali di quello che sarebbe accaduto durante il match, aggredendo i loro stessi giocatori nel pullman che li portava allo stadio. Poco prima del fischi di inizio, inoltre, si sono resi protagonisti di lanci di fumogeni e bengala, in campo, sulle forze dell’ordine e sui tifosi italiani. Un clima di provocazione continua che ha portato la partita a cominciare con 30 minuti di ritardo e poi ad essere sospesa dopo sei minuti. Inaccettabile anche l’atteggiamento dei loro giocatori che si sono portati sotto la curva degli scalmanati applaudendoli e tentando di lanciare segnali distensivi che sono sembrati, comunque, quasi una accettazione supina di quello che stava accadendo. Sospesa la partita, la tensione, oltre che all’interno dello stadio, si è spostrata anche fuori dove le due tifoserie hanno rischiato di scontrarsi. A Genova si annuncia una lunga notte di disordini.
Ermanno Amedei

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