Pale eoliche sui monti della Val di Sangro: cresce la protesta, interviene la Lipu Abruzzo
8 Novembre 2010Cresce in Val di Sangro la protesta contro le pale eoliche, all’assalto degli scorci più caratteristici del territorio. DomaniAggiungi un nuovo appuntamento per domani, 9 novembre, all’esame del Comitato Via (Valutazione di impatto ambientale) della Regione arrivano due progetti, contestati dalla popolazione e dalle associazioni ecologiste. “Si tratta – spiega Stefano Allavena, coordinatore Lipu Abruzzo – dei progetti “Civitaluparella Wind†e “MontediMezzoâ€, compreso tra i comuni di Colledimezzo e Monteferrante. Progetti che prevedono l’innalzamento di torri eoliche potenti fino a 3 megawatt e che raggiungeranno anche i 182 metri d’altezza, quanto la cupola della basilica di San Pietro, tanto per avere un’idea della loro maestosità . Ecomostri che dovrebbero sorgere sull’area Iba 115 (Important Bird Area) Majella –Monti Frentani, che reca, dunque, vincoli dell’Ue. Si tratta di zone di protezione speciale grazie all’avifaunaâ€. Come è stato di recente confermato anche dal Cai (Club alpino italiano) questi sono i luoghi del Piviere artico, nel periodo della migrazione, del Nibbio reale e dell’Aquila reale, che vi nidifica. E sono a poca distanza dal Parco nazionale della Majella. “A Civitaluparella – viene aggiunto – gli impianti dovrebbero spuntare su fondi percorsi da incendi e che non potrebbero essere toccati, perché, per legge, per 15 anni, dopo i roghi, è vietato modificare la destinazione d’uso dei terreni. Uno studio americano – si fa inoltre presente – rileva che se le pale vengono installate entro due chilometri dai centri abitati, si possono verificare malattie del sistema nervoso. A Civitaluparella le pale dovrebbero stagliarsi ad appena 400 metri di distanza dalle abitazioniâ€.
“Il Comune di Montelapiano vuole le pale, Fallo e Colledimezzo lo stesso, Civitaluparella ha in itinere questo progetto. Il cielo della Val di Sangro, se non si porrà un freno – spiega Allavena – verrà invaso da “frullatoriâ€, figli della speculazione, che non risolvono il problema energetico e che altrove hanno messo in luce anche intrecci e malaffare. Mentre da un lato ci sono le riserve naturalistiche, si parla di turismo e prodotti tipici da valorizzare dall’altra si pensa ad un eolico devastante. Occorre la mobilitazione, in difesa del territorioâ€.