In un conunicato stampa la protezione civile punta il dito contro la società Asia che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a Napoli.
“Il buon senso vorrebbe che la società Asìa, – si legge nel comunicato – alla luce delle gravi inadempienze che hanno caratterizzato la sua gestione del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti nella città di Napoli, evitasse di nascondersi dietro a un dito e accusare chi, con grande dedizione e senso di responsabilità ha sempre lavorato per la soluzione del problema rifiuti in Campania.
L’elenco delle negligenze della società è lungo. Ci limitiamo a far osservare le più eclatanti, ad iniziare dalla Cava Sari, che i tecnici della Protezione Civile hanno trovato in condizioni pessime e con una anomala presenza di percolato, senza però che questo impedisse ad Asìa di fatturare, dal primo di gennaio ad oggi, 5 milioni di euro. Nell’ultima fase di gestione della discarica sotto il controllo della Protezione civile sono stati approvvigionate 8 mila tonnellate di terreno di copertura, quantitativo ben maggiore di quanto apportato da Asìa, consentendo così la ripresa dei conferimenti.
Riguardo all’impianto Stir di Giugliano, non si capisce perché i capannoni siano stati lasciati quasi vuoti quando c’erano la possibilità e i tempi – sfruttando magari la pausa dovuta alla manutenzione – di allestire un impianto di stabilizzazione.
Per quanto riguarda poi lo Stir di Tufino, dotato di impianto di stabilizzazione, sfuggono i motivi che hanno portato a completare solo 2 cicli di trattamento a fronte di una capacità di 12/13. Sarebbe infine utile sapere i motivi per i quali la seconda linea dell’impianto è ferma per manutenzione ordinaria essendo ormai trascorso un mese e mezzo”.