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Bellincampi (Confcommercio): “Occupazione ferma, risposte quasi nulle dagli enti decisori”

“Il rapporto economico di quest’anno che si chiude ci consegna un territorio che soffre ancora troppo. I segnali di ottimismo sono ormai tenui, nonostante la voglia di fare impresa, la crescita dell’occupazione è ferma, anzi,sono convinto che i primi mesi del prossimo anno faranno segnare ancora indici negativi a causa di ulteriori gruppi industriali che lasceranno in parte o del tutto la Ciociaria”.A parlare è Luciano Bellincampi, vice presidente della Confcommercio che aggiunge:“Purtroppo anche i dati Unioncamere pongono il problema nel mezzogiorno, nel centro Italia e nella nostra provincia. Le difficoltà congiunturali sembrano incidere ancora soprattutto sull’industria e sugli altri servizi, la riduzione di posti di lavoro è notevole e non mi sembra ci sia da parte degli organi preposti allo sviluppo e dei nostri riferimenti politici l’adeguata attenzione. Al di là dei proclami e delle belle parole unite alle promesse l’economia ciociara e laziale ristagna. Occorre un patto forte per creare le condizioni per un ritorno alla crescita dell’economia reale che in Ciociaria sconta troppi ostacoli che ancora frenano le imprese riducendone la competitività. Come Confcommercio intendiamo metterci in discussione e tentare di fare squadra ma la politica deve, oltre che ascoltare, agire concretamente. I rappresentanti politici del territorio guardino alla classe dirigente locale come a un punto di riferimento essenziale per la tenuta e il rilanci. Occorre dare seguito a quanto avviato con intelligenza dal presidente della provincia Iannarilli per promuovere azioni tese a creare un contesto favorevole al “fare impresa”. Per questo, però, è necessario che la pubblica amministrazione diventi efficiente e poco invadente. In ultimo torno a chiedere su quali infrastrutture possano portare allo sviluppo. Frosinone e la sua provincia per questo attendono risposte dalla Regione per la questione aeroporto, per esempio. La campagna elettorale è terminata anche se, a volte, sembra, almeno leggendo i giornali, che più di qualche nostro eletto, se ne dimentichi spesso. Il compito della politica deve essere quello di lavorare per ricucire gli “strappi” della manfrina e offrire occasioni di ossigeno e rilancio al tessuto economico e sociale del territorio. Un passaggio fondamentale resta quello di favorire una maggiore integrazione tra i settori. Troviamo come altre regioni le modalità più giuste per ridurre la tassazione, che limita la propensione a investire; riduciamo gli oneri burocratici e superiamo le sperequazioni nelle tariffe locali magari facendo ripartire le assunzioni per i nostri giovani. Oggi sembra di vivere un paradosso pericoloso e diseducativo, per cui a far bene si viene “puniti”. Per il nuovo anno scommettiamo sulla coesione, oggi più che in passato, la può assicurare la piccola impresa diffusa sul territorio, ramificata nelle filiere, interconnessa lungo reti tecnologiche avanzate. Viviamo un tempo difficile e veloce. L’orizzonte delle scelte economiche si fa sempre più breve e le conseguenze sempre più penetranti e pesanti. Occorre passare alle scelte senza più indugiare”.

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