La sera di giovedì 23 dicembre la Casa della Carità ha vissuto un momento importante e memorabile perché, alla vigilia di Natale, dopo aver lavorato all’allestimento del primo presepe della storia della Casa, gli ospiti, insieme al responsabile Don Giovanni Coppola, a collaboratori e volontari, hanno avuto il piacere di accogliere in visita il Padre Abate Dom Pietro Vittorelli. Giunto sotto la pioggia, ha voluto per prima cosa sostare davanti al presepe, realizzato all’aperto, vicino all’ingresso, nello spazio sottostante la prima rampa della scala esterna di sicurezza che, debitamente tappezzato di rami e fronde, è diventato l’interno di una semplice grotta, segnata sulla porta da una stella cometa e con nel mezzo, ben illuminata, la “mangiatoiaâ€. Lì il Bambinello, benedetto dall’Abate, è stato deposto con cura e amore, mentre insieme si pregava e cantava. Qualcuno già pensava che per l’anno prossimo si dovranno posizionare anche Maria e Giuseppe e poi via via altri personaggi. Il presepe, simbolo profondo del Natale, parla al cuore con la semplicità e verità dei suoi elementi, e quello della Casa della Carità , un presepe povero e umile ma vero, parla più che un lungo discorso. Dopo questo breve ma toccante momento, l’Abate è entrato nella Casa, accolto festosamente, ha incontrato gli ospiti e si è soffermato a parlare con loro, ammirando le decorazioni natalizie realizzate in gran parte con le stelline di carta, di tutte le dimensioni, opera della creatività e abilità manuale di uno di loro; poi, nella sala da pranzo ben preparata, tutti insieme hanno consumato la cena, in un clima sereno di famiglia.