Mentre l’Italia continua a spendere milioni di euro dei contribuenti, non per risolvere il problema randagismo ma per “gestirlo” secondo i desiderata delle associazioni animaliste, la Romania si accorge che l’adozione di tali provvedimenti, addirittura aggrava il problema. Facciamo un breve riepilogo. In Italia la “Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo” numero 281, risale al 1991. Sono cioe’ circa vent’anni che gli animalisti, ispiratori di quel provvedimento e tuttora coinvolti nella gestione, continuano a sostenere la bonta’ dello stesso, a descrivere le loro iniziative come passi avanti di civilta’, il loro operato come di utilita’ sociale, ecc. ecc. Ma in vent’anni, sono spariti i cani randagi in Italia? Quanti soldi dei Cittadini italiani sono stati spesi per non risolvere il problema? Eppure, a parte qualche voce isolata, la politica propone oggiAggiungi un appuntamento per oggi revisioni della norma che si ispirano ai medesimi principi. All’inizio di questo meseAggiungi un appuntamento per questo mese la Regione Lombardia, dove non esiste certo l’emergenza randagismo che esiste in alcune Regioni del Sud, ha dato il via (con voto unanime) ad un piano che prevede di spendere 6.149.800 euro: 3milioni e 850mila euro per “prevenzione del randagismo”, 1milione e 400mila euro per “controllo demografico” e 900 mila euro per “educazione sanitaria e zoofila”. Cio’ ovviamente per la felicita’ delle associazioni animaliste e anche di qualche associazione di veterinari che, in un Paese come l’Italia dove la zootecnia sta morendo, probabilmente vede in tale tipo di gestione un futuro anche per un numero di veterinari pubblici dipendenti che proprio il Medico Veterinario Corrado Colombo ci dice essere “circa 10 volte tanto quello di una nazione europea corrispondente”, o per i tanti neolaureati che ogni anno vanno a contendersi un parco clienti privati sempre piu’ povero. In Romania, invece, solo nel 2008 il Parlamento ha approvato la legge numero 9 che vieta la soppressione dei cani randagi e bisogna considerare che fin da dopo Ceasescu, il Paese viveva nel 2008 un’emergenza randagismo ben piu’ grave di quella italiana del 1991. Bene! Dopo solo due anni, i Rumeni sembrano aver capito che cosi’ le cose non vanno. La scorsa settimana “Cronica Romana” riportava le considerazioni di Liviu Popazu, Direttore Generale dell’ Amministrazione pubblica e privata di Giurgiu, che spigava: “Le autorita’ locali erano riuscite a ridurre il numero di cani randagi, ma dopo il 2008, con la modifica della legislazione (che ha vietato l’eutanasia), ha preso il via una escalation senza precedenti” e pertanto “sarebbe ora di organizzare un dibattito per rivedere in modo chiaro la legge sugli animali randagi”. A Bucarest (la Capitale), gia’ a novembre “Realitatea” riportava le parole del Prefetto Mihai Atanasoaei, anche lui favorevole al ritorno all’eutanasia. Anche alla luce delle numerose aggressioni alle persone da parte dei cani randagi, Atanasoaei ha detto: “E’ una situazione grave da risolvere. Ma non con la sterilizzazione, la sterilizzazione non ferma la violenza dei cani. Dobbiamo rinunciare all’ipocrisia, perche’ di ipocrisia si tratta. Difendiamo i cani, ma prima le persone”. Inoltre, Atanasoaei ha detto: “Raccogliere tutti i cani in rifugi e mantenerli fino a che non muoiono di morte naturale costerebbe 45milioni di euro l’anno. Nessuno Stato spende questi soldi inutilmente”. Ahime’, si sbagliava!… Cosi’, mentre in Romania e’ gia’ stato presentato al Parlamento un disegno di legge che vuol sancisce la liceita’ dell’eutanasia, non solo per i cani ammalati o aggressivi, ma anche per tutti quelli che non venissero richiesti in adozione entro sette giorni dalla cattura, in Italia il Tg5 da spazio ad un’associazione animalista, naturalmente Onlus, che ha uno shop che vende dalla giacca alla fitocrema viso-corpo, che fara’ addirittura l’apertura straordinaria della propria sede “per acquisti natalizi” e che tranquillamente pubblicizza: “con 75 euro di donazione si puo’ sponsorizzare l’arrivo di un cagnolino rumeno in Italia”. Guai rischiare un calo di randagi: sono la materia prima per il business!…
Guarda l’intervista rilasciata il 17/11/2010 da Massimiliano Filippi:
http://www.youtube.com/user/Federfauna#p/u/16/GrZ24oo7Awo
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http://www.youtube.com/user/Federfauna#p/u/15/dQ90hFzkWvo
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