Trova le cimici nella sua residenza romana e nel suo ufficio nel ministero ma non le denuncia. Umberto Bossi racconta ai giornalisti, quasi con sufficienza, di aver ritrovato alcuni apparecchi utilizzati per spiare le conversazioni, prima all’interno del suo ufficio e poi, grazie alla bonifica di un tecnico privato, anche nella sua residenza a Roma. Troppa gente sapeva quello che riferiva in forma strettamente personale a persone fidate e questo lo avrebbe insospettito a tal punto da far scattare la bonifica. Una dichiarazione cha ha avviato d’ufficio un’indagine da parte della procura capitolina. Dall’opposizione dure critiche per la mancata denuncia che avrebbe salvaguardato certamente meglio la pubblica istituzione che rappresenta il Ministro Bossi il quale avrebbe giustificato la mancata denuncia sostenendo che comunque non si sarebbe arrivati alle identità degli spioni.