Due-tre mesi fa abbiamo presentato Maria, la misteriosa modella dell’Eva Incompiuta di Rodin, divenuta baronessa; qualche settimana addietro abbiamo presentato una delle realizzazioni di Michele Gerardo Giuseppe Colucci, figlio di casalvierese emigrato a Parigi, conosciuto in tutto il mondo francofono col nome di ‘Coluche’ -se ne raccomanda la lettura- ancora oggi, a venticinque anni dalla tragica morte, amato e presente nel cuore dei francesi, non solo perché li ha rallegrati e intrattenuti per ventanni ma anche perché fondatore dei ‘Restos du coeur’ cioè dei ‘ristoranti del cuore’ che hanno la finalità di offrire un pasto caldo ai poveri e ai bisognosi. Coluche ancora in vita, l’attività assolutamente volontaria e privatistica (niente partiti, niente religione, niente politica, soldi propri) si realizzava e svolgeva solamente a Parigi: ma oggi in tutta la Francia esistono duemila ‘Restos du coeur’, a significare anche, purtroppo, che i poveri e i derelitti sono dovunque, e in crescita, anche in questo Paese. Basti pensare che il bilancio della istituzione è di cento milioni di Euro all’anno!! E la più gran parte, il 70%, proviene da private elargizioni e contributi da parte di cittadini. L’anno scorso l’istituzione ha servito centomilioni di pasti! In tutta la Francia a Coluche sono intestate strade e piazze, parchi e giardini pubblici, teatri e sale cinematografiche, scuole, biblioteche. Le nostre istituzioni a tutti i livelli, anche le scuole, non parliamo di Casalvieri, ignorano questo glorioso figlio di Ciociaria, ancora. Talmente amato che ultimamente, in una città francese, allorché il comitato direttivo fu chiamato ad esprimersi su chi intestare una certa istituzione pubblica, scelse Coluche senza dubbio alcuno rispetto a Zola, Balzac, Trenet e Mitterand.
Ora vogliamo presentare, sempre con riferimento alla Francia, un altro personaggio ciociaro, modella d’artista, anche e pur esso patrimonio culturale e civile, normale e elementare, di ogni cittadino francese, in patria e nei territori d’oltremare. Coluche, grandissimo francese ciociaro, fa parte del cuore di ogni francese, la nostra ciociarella invece fa parte della Storia, come la Rivoluzione, come la Bastiglia, come la Marsigliese, come la Comune, ancora più consolidata. Stiamo parlando della ragazza che sulle monete francesi d’argento, sui francobolli per trenta-quaranta anni, e oggi sull’Euro, si vede col cappello frigio in capo e gli abiti svolazzanti al vento che sparge la semenza sul campo: la Semeuse, la chiamano i francesi, noi: la seminatrice! In realtà certamente più degli altri il simbolo più noto e accarezzato, perché letteralmente scivolato e passato per le mani di milioni e milioni di persone, curata, accumulata, invidiata, tesaurizzata, bramata….La Semeuse!
Verso la fine del 1800 uno scultore parigino Oscar Roty, molto accreditato per i meriti artistici e le sue qualità , aveva ricevuto dal Governo l’incarico di proporre un bozzetto per la nuova monetazione d’argento che si intendeva mettere in circolazione. Così un giorno per le strade di Montparnasse, all’epoca letteralmente rigurgitanti di modelle e modelli ciociari, notò questa ragazzina di nome Rosalina, che aveva all’incirca quattordici-quindici anni. Sebbene disponesse e collaborasse con decine di altre modelle e modelli per i suoi lavori, Roty si invaghì del sembiante e della figura di Rosalina paludata nel suo bel costume ciociaro e vide in lei la immagine che gli aleggiava in testa: la invitò dunque a posare nel suo studio sempre a Montparnasse, dopo aver patteggiato il prezzo per le sedute. E così avvenne. L’artista era molto conosciuto e apprezzato per le sue opere scultoree in special modo per le sue incisioni numismatiche e medaglistiche.
Un gallinarese a Parigi che negli anni ’50 del secolo scorso ebbe modo di frequentare Rosalina ormai vecchia e sola e sempre illetterata e analfabeta, raccolse qualche confidenza su questa esperienza con il celebrato scultore: in particolare l’episodio che per ottenere quell’effetto di svolazzamento degli abiti trasparenti che aderivano sul corpo della seminatrice, l’artista imponeva che la modella bagnasse gli abiti e lui con un rudimentale ventilatore ne provocava lo sventolio. Gli effetti desiderati furono ottenuti ma, racconta questo vecchio signore gallinarese, Rosalina corse il pericolo di perdere la vita in quanto si buscò una grave polmonite.
Anche il padre di Rosalina era modello: se avete occasione di soggiornare a Parigi, ebbene allorché il Boulevard Montparnasse incrocia il Boulevard Raspail, in uno dei quattro spigoli si vedrà che si leva, veramente suggestiva, un’oasi in quella baraonda di traffico, una scultura in bronzo addirittura di Rodin che raffigura Balzac e per la quale posò appunto il padre di Rosalina.
La vicenda di Rosalina modella della Semeuse sulle monete e sui francobolli dello Stato francese come si può facilmente immaginare non è che è stata diffusa e fatta conoscere come avrebbe meritato, anzi fino a poco tempo fa le fonti ufficiali informate continuavano a dubitare e/o perfino a scartare Rosalina quale modella della Semeuse e facevano perfino qualche altro nome.
In effetti un conto è il modello per un quadro o una scultura, e un conto il modello per una struttura e per una istituzione dello Stato! E così è stato, poca luce e molte ombre, volutamente. Sensibile reticenza e evasività . Anche un pizzico di nazionalismo non guasta.
E anche il mio lavoro che si svolge da qualche anno volto all’approfondimento e alla scoperta nonché al consolidamento dei fatti storici concernenti la origine della Semeuse, oggi può assistere, coincidenza o conseguenza, alla presa ufficiale e solenne da parte del Museo Roty che finalmente -dopo oltre cento anni- riconosce e dichiara che la modella della Semeuse fu ‘une petite italienne’ Rosalina Pesce. E noi, aggiungiamo, di Gallinaro, località Frattone, in Valcomino, la Giverny dei modelli di artista.
Naturalmente nulla si conosce a Gallinaro di Rosalina, ma dobbiamo dare atto che l’attuale sindaco dr Volante, investito in più di una occasione di questi eccezionali privilegi del suo Comune, parrebbe voler, finalmente, dovutamente onorare sia Rosalina e sia gli altri importantissimi modelle e modelli di Gallinaro, motivo di gloria in verità di tutta l’Italia.
Oggi il tema delle modelle e modelli ciociari è stato messo in luce e documentato grazie ad una pubblicazione specifica uscita in questi giorni.
Le altre istituzioni sia provinciali e sia regionali sia lo Stato medesimo trattandosi di fatti e vicende, non solo La Semeuse ma anche i modelli di artista, che non hanno solo un afflato locale ma ancora di più regionale e nazionale, la maggior parte chiaramente anche internazionale, dovrebbero sentire la necessità anzi l’obbligo di prendere atto delle situazioni fino ad oggi colpevolmente ignorate o messe da parte e finalmente mettere mano alla valorizzazione intelligente e funzionale di questi fenomeni che sono più di tutti gli altri suscettibili e idonei a veramente, tra il tanto altro, a convogliare visitatori e curiosi in Valcomino e in Ciociaria.
Michele Santulli