La Libia è sull’orlo del baratro e l’Italia trema. Gheddafi, oggi, in un messaggio alla Nazione, ha giurato guerra all’ultimo sangue contro i drogati che, sobillati dalle potenze straniere, cercano di soverchiare il potere costituito dopo la ribellione che lui, 42 anni fa, cavalcò in un colpo di Stato militare contro la monarchia. Da allora, tante cose sono cambiate fino a che, il popolo si è ribellato per strappare il potere, questa volta, proprio al colonnello. Mille sarebbero i morti dovuti a bombardamenti anche aerei che l’aeronautica Militare starebbe compiendo nelle zone controllate dai manifestanti. Inoltre si calcola che ci sarebbe oltre il milione di persone, provenienti dal centro Africa, pronti ad imbarcarsi per raggiungere le coste italiane. Fino ad oggi, questo viaggio era ostacolato dai blocchi che il regime libico manteneva attivi sulle coste in ottemperanza di un accordo con l’Italia. Con l’ordine saltato, sono saltati anche quei blocchi e, per questo, si attende e si teme l’esodo. Per questo, in Sicilia, si stanno individuando aree da destinare a maxi tendopoli. Intanto le notizie che arrivano da oltremare, seppur centellinate dalla censura di regime, fanno rabbrividire e raccontano della violenza disumana adottata dal rais e dalla sua famiglia per mantenersi aggrappati al potere. Oltre ai bombardamenti aerei, anche la marina avrebbe dovuto bombardare Bengasi ormai in mano agli insorti. Le due navi, però, invece di obbedire, hanno rivolto la prua verso Malta disertando. Sempre a Malta, ieri, i piloti di aerei ed elicotteri da combattimenti libici, avrebbero chiesto asilo atterrando con i loro velivoli sull’isola. Intanto ridotte le forniture di metano e petrolio all’Italia che, pèer il Belpaese rappresenta il 30 percento delle forniture complessive di idrocarburi.