Minorenne incinta, partorisce e lascia la figlia in ospedale
27 Febbraio 2011Ha partorito alcuni giorni fa in ospedale a Cassino e, così come aveva annunciato di fare, si è staccata per sempre dalla sua bambina. Lei è la ragazzina 17enne straniera che alcune settimane fa, convinta di non poter dare un futuro dignitoso alla bimba che portava in grembo, in una intervista a Il Punto a Mezzogiorno, aveva dichiarato di volerla lasciare in ospedale nella speranza che potesse trovare una famiglia capace di potergli dare tutto quello che lei non aveva da dargli. La 17enne è arrivata a Cassino alcuni mesi fa quando, al quinto mese di gravidanza, non aveva saputo affrontare la situazione nel suo Paese al cospetto dei suoi genitori. Il compagno, suo connazionale che lavora in Spagna, non le rispondeva più al telefono da quando aveva saputo della gravidanza. Per tre volte la ragazza si era recata in ospedale (nel suo paese) per tentare di abortire ma per tre volte qualcosa era andato storto fino a quando il medico, l’ultima volta, si è rifiutato di esercitare l’aborto considerando che era superato il terzo mese. In Italia, la ragazza ospite di parenti, senza un compagno e senza un lavoro,ha trovato come unica soluzione, quella di lasciare la figlia in ospedale una volta nata. Per cui, alcuni giorni fa, la piccola è venuta al mondo in perfetta salute e con un peso di quasi tre chili. Superati alcuni problemi burocratici e gestionali da parte di alcune infermiere nel gestire un caso così delicato, ha mantenuto fede ai suoi propositi e, dopo averla incontrata e vista per l’ultima volta, è andata via prendendo una strada diversa da quella che prenderà sua figlia. Lei dovrà cercare di ricostruirsi una vita, trovando un lavoro e superando questo trauma; la sua bimba, invece, sarà affidata in pochi giorni ad una coppia che ha seguito un percorso con cui sono state verificate le qualità genitoriali. Immaginiamo la gioia di questi ultimi nel sapere che è nata la loro figlia, e l’angoscia che porterà nel cuore la ragazzina per tutta la vita. “Se un giorno dovessi incontrarla – disse la ragazzina nell’intervista – sperò che saprò fargli capire il sacrificio che ho fatto per dare una possibilità almeno a leiâ€.
Er. Amedei
Possibile che in una città come la nostra nessuna autorità ( anche politica se vogliamo ) abbia preso a cuore questa cosa???
Si danno case popolari a cittadini che possono permettersi tranquillamente di pagare l’affitto, sostegni economici a famiglie in ***difficoltà *** e per questa ragazza e la sua bambina non si poteva fare proprio nulla????
Dovremmo vergognarci un po’ tutti per non essere in grado, come società intendo, di aiutare una donna a crescere sua figlia.
Coraggiosissima ragazza, buona fortuna.