Si fingevano indigenti per poter avere la difesa gratuita. Questo in sintesi ciò che facevano sette persone denunciate dalla Guardia di Finanza.
I sette “falsi poveri†hanno provato ad imbrogliare lo Stato, ma non ci sono riusciti.
La collettività , quindi, non pagherà l’avvocato a chi non ne ha diritto: i denunciati, inoltre, subiranno un altro processo penale per falso, ed il difensore se lo pagheranno certamente da soli.
Il gratuito patrocinio a spese dello Stato consiste in un intervento assistenziale con il quale il pubblico erario si fa carico delle spese degli avvocati nell’ambito di un processo, quando chi ne usufruisce versa in condizioni di indigenza con reddito familiare inferiore ad un limite previsto dalla legge ed aggiornato anno per anno.
La difesa in giudizio è un diritto garantito dalla Costituzione della Repubblica, e deve essere assicurata anche alle persone in stato di indigenza.
L’azione investigativa ha consentito alle Fiamme Gialle di individuare sette falsi indigenti che, producendo certificazioni di comodo, avevano rappresentato una situazione reddituale del tutto diversa da quella effettiva, che non avrebbe consentito di usufruire dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato. I sette soggetti sono stati denunciati per falso in atti e falso ideologico alla competente Autorità Giudiziaria.
I denunciati sono un cittadino di Isola Liri (28 anni), uno di Sora (45 anni), uno di Broccostella (46 anni), uno di Campoli Appennino (34 anni), uno di Castelliri (45 anni), uno di Cervaro (50 anni) ed uno di Cassino (45 anni).
Uno di questi, addirittura dichiarava di non avere nessuna entrata, sebbene il suo vero reddito, accertato dalle Fiamme Gialle, era di 36.000,00 euro annui.
L’azione di servizio in questo delicato comparto è finalizzata a garantire che le somme impiegate dal pubblico erario, per motivi assistenziali, non vengano distratte con condotte truffaldine, ma siano effettivamente destinate a chi, secondo la legge, ne ha veramente bisogno, cioè a quei cittadini esposti al rischio della marginalità sociale e a quello dell’impossibilità di provvedere, per cause economiche, al mantenimento proprio e dei figli.
Ma le indagini per la «caccia ai falsi poveri» non sono ancora concluse. Gli uomini della Guardia di Finanza di Cassino stanno svolgendo accertamenti minuziosi per scoprire altre persone che, fingendo di essere povero, truffa lo Stato e ruba i soldi a tutti i cittadini onesti.
Le statistiche sui controlli effettuati negli ultimi mesi, infatti, indicano che in Ciociaria e nell’Alta Terra di Lavoro, probabilmente a causa della crisi economica ed occupazionale, c’è stata una forte impennata di false dichiarazioni per poter avere questa agevolazione assistenziale: il 25% dei richiedenti, infatti, dichiara il falso e prova a truffare lo Stato.