“Cosa succede con l’impianto di essiccazione della sansa a Campodimele?†È la domanda che fa Anna Maria Tedeschi (consigliere regionale iDV) in un’interrogazione urgente a risposta scritta rivolta alla Giunta Regionale del Lazio.
“L’impianto di essiccazione, è ubicato al confine della Provincia di Latina con quella di Frosinone ed interessa ben tre comuni del basso Lazio, Campodimele, appunto, Lenola (LT) e Pico (FR). La grande problematica ambientale è relativa al fatto che l’impianto esistente è collocato in una zona ad alta densità abitativa, a meno di trecento metri dalle abitazioni private. In più è direttamente ai confini del Parco Naturale dei Monti Aurunci.
Già in passato l’attuale installazione della centrale aveva creato forti disagi alla popolazione locale a causa dei densi fumi che la struttura emanava e che ha lasciato per molte notti consecutivamente uno strato di grasso nei campi, sulle case e sulla strada statale Farnese che collega Itri a Pico e Ceprano. Successivamente a questa situazione, le autorità sono state costrette a chiudere l’impianto, anche grazie alle proteste dei cittadini e all’attività degli esponenti dell’Italia dei Valori di Lenola.
Qualche tempo dopo, però la Provincia di Latina con deliberazione della Giunta provinciale n. 104/2010, ha approvato il progetto definitivo relativo alla realizzazione di un impianto di essiccazione della sansa per una spesa complessiva di euro 715.000,00 a Campodimele.
Com’è dunque oggi la situazione? I cittadini che abitano nelle aree circostanti all’impianto hanno il diritto di essere informati su cosa sta succedendo. E anche le Istituzioni hanno l’obbligo di informare su cosa si voglia fare ad un passo dalle case e soprattutto all’interno di una “gola†del Parco Naturale dei Monti Aurunci.
Perché Campodimele, paese noto per essere il piccolo borgo della Longevità , dove l’età media è molto alta a causa del cibo e della natura incontaminata che si è avuta fino ad oggi, dovrà diventare altro? Reali esigenze o semplice speculazione?â€