Trasformavano rottami di ferro in oro, anzi, in milioni di euro che venivano frodati allo Stato. Ad indagare su alcune aziende che operano nel settore del recupero e del commercio all’ingrosso di materiali ferrosi sono stati i finanzieri della compando provinciale di Frosinone comandati dal colonnello Giancostabile Salato. La vasta attività di servizio, iniziata circa un anno fa, si è conclusa con la denuncia a piede libero di 39 persone per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e favoreggiamento nonché con l’esecuzione di 5 ordinanze di custodia cautelare e la perquisizione di 15 abitazioni/depositi operanti nel settore del recupero di materiale ferroso.
L’attività ha permesso di scoprire una macroscopica frode fiscale quantificata in oltre 140 milioni di euro nonché l’emissione e l’annotazione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 160 milioni di euro.
Con l’esecuzione delle predette ordinanze, i finanzieri del capoluogo ciociaro, hanno anche effettuato il sequestro di una lussuosa villa, due Ferrari modello F430, una Mercedes modello ML, quattro motociclette di grossa cilindrata tra cui una Harley Davidson ed altri beni mobili ed immobili appartenenti e/o riconducibili agli arrestati, per un valore totale di circa due milioni di euro.
Le indagini di polizia giudiziaria sono partite da un’intuizione di alcuni militari della Compagnia di Frosinone che grazie ad un costante monitoraggio del territorio ed ad informazioni acquisite attraverso una attività di “intelligence†hanno effettuato una serie di ricerche ed accertamenti che hanno portato all’individuazione di 4 società avente sede in Frosinone e Roma risultate essere una società “cartieraâ€.
Grazie alla tenacia ed all’elevata capacità professionale dei finanzieri appartenenti alla della Compagnia di Frosinone, sono stati approfonditi alcuni aspetti operativi, grazie ai quali è stata individuata una consolidata ed efficiente associazione criminosa operante tra la Campania, il Lazio e l’Umbria.
Oltre cinquecento le persone sentite in atti dalle Fiamme Gialle del capoluogo ciociaro: i quali hanno ben presto capito di trovarsi di fronte ad ignare persone i cui nomi erano stati prelevati dall’elenco telefonico ed inserite in auto-fatture con il solo scopo di creare fittiziamente dei costi per giustificare in entrata merce di provenienza illecita. Emesse fatture anche dall’aldilà in quanto risultavano aver emesso fatture anche persone decedute.
Questo sodalizio delittuoso composto da più persone, ognuna delle quali con specifici compiti ed incarichi, operavano nell’ambito della raccolta, commercio e riciclo di rottami ferrosi di illecita provenienza.
L’associazione a delinquere operava attraverso la costituzione e l’interposizione fittizia, nel circuito commerciale, di società cartiere di fatto prive di beni e di struttura organizzativa imprenditoriale, aventi il solo scopo di attribuire liceità al trasporto ed alla cessione dei rottami ferrosi.
Le indagini di P.G., svolte anche mediante lo strumento delle intercettazioni telefoniche, hanno consentito di identificare i reali proprietari dei materiali ferrosi nonché di individuare altre società e soggetti rientranti nel sodalizio criminoso.
L’attività di indagine tecnica eseguita ha dato conferma alle ipotesi investigative formulate dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Frosinone, consentendo di rilevare che effettivamente venivano utilizzate società cartiere al solo scopo di dare copertura documentale al materiale ferroso destinato alle acciaierie del Centro e del Nord Italia.
Non poche le difficoltà trovate dai finanzieri nel corso delle indagini a causa della scarsissima collaborazione, ed omertà , mostrata dai autotrasportatori i quali, attraverso le dichiarazioni rese, hanno cercato di ostacolare e deviare le indagini, procurandosi però una denuncia a piede libero per favoreggiamento.
Di notevole efficacia si è rivelato l’uso delle intercettazioni telefoniche, attraverso le quali è stato possibile individuare le persone facenti parte dell’organizzazione criminosa nonché ricostruire tutti i passaggi, sia reali che documentali (documenti di trasporto e fatture), dei viaggi di materiale ferroso.
Inoltre è apparsa in maniera evidente la figura dei gestori del traffico di materiale ferroso nonché dell’organizzazione creata con lo scopo di frodare il fisco a vantaggio dei componenti dell’associazione.
Certosino è stato anche il lavoro effettuato dai finanzieri nel ricostruire le numerosissime e snodate movimentazioni bancarie realizzate dagli appartenenti al sodalizio criminoso.
Nello specifico è stato eseguito un analitico esame di circa trenta conti correnti con l’incrocio di più di 1500 titoli di credito.
Gli organizzatori del sodalizio criminoso, mediante una serie di nomi di fantasia indicati sugli assegni bancari, provvedevano a far ritornare i medesimi, dopo una serie di girate fittizie, sui conti bancari facenti capo e/o riconducibili alle menti dell’organizzazione stessa.
Inoltre dall’analisi delle movimentazioni bancarie è stato accertato che al versamento dei bonifici bancari, che regolavano il pagamento delle fatture, seguiva, contestualmente, un’operazione di prelevamento di notevole importo (in contante o con assegno bancario), diminuito di una somma che rappresentava la «provvigione» spettante alle società -cartiere emittenti delle fatture false.
Alcuni di questi passaggi sono stati videofilmati e fotografati dai finanzieri di Frosinone che erano presenti sul luogo dell’appuntamento e che hanno assistito ai vari incontri tra gli arrestati ed i titolari dei depositi di rottami.