Di seguito il testo integrale della lettera che il consigliere regionale dell’Italia dei Valori, Anna maria Tedeschi, ha scritto al ministro per lo sviluppo economico Paolo Romani su Videocon.
“Gentile Ministro Romani, il caso della VDC di Anagni le è ormai ampiamente noto e le vicende di diversa natura che è necessario gestire simultaneamente per la sua risoluzione sono anch’esse da diverso tempo alla sua attenzione.
Le scrivo quindi non per rappresentarle ulteriormente fatti e situazioni di cui lei è già a conoscenza, bensì per informarla circa il clima di angoscia e tensione che si è creato in seguito alla tragedia di Antonio Pizzuti cassaintegrato Videocon che il giorno 6 Febbraio si è tolto la vita. Un gesto estremo quello di Antonio emblematico della situazione che vive chi non ce la fa più sia economicamente, sia psicologicamente a sostenere una situazione in cui chi è cassaintegrato si sente tagliato fuori dal contesto economico e sociale. Il cassaintegrato non si sente più parte della società , si sente un peso, un’entità in eccesso che non si sa bene dove, come e quando ricollocare. Spesso il cassaintegrato si percepisce con una speranza di vita pari a zero e questo stato d’animo può portare anche a gesti tragici come quello di Antonio.
Non lasciamo cadere nel dimenticatoio questo sacrificio, non è più possibile procrastinare scadenze di accordi di cui si parla da troppo tempo senza però che si giunga a date ed atti certi.
La invito pertanto Ministro Romani a portare di persona presso lo stabilimento Videocon di Anagni le informative che da tempo si attendono. La certezza di un epilogo positivo di tutta la vertenza non può che venire dall’esponente politico espressione della politica di sviluppo economico di questo Paese.
Gli oltre 1.300 cassaintegrati Videocon insieme ad un intero territorio esigono ormai risposte certe, la sua presenza è urgente. La morte tragica, forse catartica di Antonio, impone a tutti noi di dare segnali forti e certi che lo Stato c’è ed è insieme ai lavoratori perché l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”.