Le dichiarazioni di Sergio Marchionne rilasciate a Report lunedì sera (anche se l’intervista era stata registrata certamente tempo addietro), ha fatto salire la pressione intorno allo stabilimento Fiat di Cassino.
“Dopo Mirafiori e Pomigliano, ora tocca a Melfi, Cassino e Bertoneâ€, avrebbe lasciato intendere l’amministratore delegato Fiat che ha aggiunto: “Non ce l’ho con il sindacato. Sto cercando di aggiornare la maniera in cui gestiamo gli stabilimenti per renderli alla pari con i concorrenti. Non parlo di Cina, ma di Germania e Americaâ€. Le repliche dei sindacati non si sono fatte attendere.
Compagnone (Fiom): “Raffronti con Germania? Le retribuzioni tedesche sono il doppio delle nostreâ€
“A Proposito dei confronti con la Germania ci farebbe piacere che si parlasse anche delle retribuzione dato che lì sono il doppio delle nostreâ€. Ha replicato Arcangelo Compagnone segretario provinciale della Fiom Frosinone. “A fronte di richieste che cancellano alcuni diritti e incrementano lo sfruttamento dei lavoratori, la Fiat non prende impegni. Non c’è neanche un piano industriale che indichi i tempi degli investimenti. L’accordo proposto per Mirafiori, non lo sottoscriveremo neanche per Cassino dove si rischia di incrementare lo sfruttamento dei lavoratori con l’intensificazione dei turni, la riduzioni pause, i limiti all’agibilità sindacale; non siamo disponibili a fare degli accordi che non siano nel solco del contratto nazionale del lavoro dove è possibile parlare di orari e lavoro senza incidere sui diritti dei lavoratori. Così come fatto negli altri stabilimenti – continua Compagnone – cercheremo di rapportarci con i lavoratori dato che sono loro a dover subire queste situazioni. Abbiamo fatto manifestazione a Cassino il 28 gennaio perché siamo coscienti di essere il prossimo obiettivo di Marchionne e abbiamo iniziato la discussione con i lavoratori che a nostra modo di vedere sapranno reagire a questo situazione. A Cassino, però, potrebbe pesare il ricatto occupazionale che in provincia di Frosinone, per via della crisi, potrebbe essere ancora più efficace che a Torinoâ€.
Spigola: “Bisogna capire se la Fiat sarà Chrysler o il contrarioâ€
“Il Problema di fondo non è capire se lo stabilimento di Cassino continuerà o meno ad essere l’unico sito produttivo di Fiat Automobile in Italia, ma è la chiarezza da fare sul piano industrialeâ€. A parlare è Mario Spigola segretario Provinciale di Frosinone della Fim Cisl. “Al momento ci preoccupa capire se la testa dell’azienda rimarrà in Italia o andrà all’estero e se la Chrysler sarà Fiat o il contrario; da lì si capirà come e se cambierà l’industria automobilistica in Italia. Sullo stabilimento di Cassino ci aspettiamo qualcosa di molto simile a Mirafiori ed essendo stati noi firmatari di quell’accordo, certamente no ci opporremo. Ci confortano i continui investimenti sui processi produttivi; ci preoccupa, invece, la scarsa visibilità relativa ai modelli che si costruiranno sulle linee. Due dei tre modelli (Delta e Bravo) sembrano arrancare sul mercato tant’è che per aprile è prevista cassa integrazione. Chiediamo, – conclude Spigola – un incontro con il management Fiat che capire cosa si produrrà a Cassino nei prossimi anniâ€.
Truppa (Cgil): “La concorrenza Marchionne non può farla con i tagli ma con gli investimentiâ€
“Non è con il suo modello che Marchionne può pensare di fare concorrenza a case automobilistiche di Germania e Francia. – Così Benedetto Truppa, segretario provinciale della Cgil di Frosinone. – Anche perché, nonostante il suo modello sia stato già adottato a Mirafiori e Pomigliano, le atre case automobilistiche guadagnano fette di mercato mentre la Fiat continua a perderle. La concorrenza la deve fare con la tecnologia e con nuovi modelli. A Cassino non sappiamo quali modelli saranno prodotti nonostante a dicembre si sia fermata la produzione della Croma, mentre tra le tre prodotte, l’unica vettura a reggere sul mercato è la Giulietta. A tal proposito, sempre ieri a Report, Marchionne non ha risposto alla domanda legata alla possibile vendita di Alfa alla Volkswagen. Quello che serve è un intervento del Governo che costringa la Fiat a scoprire le carte. Inoltre – continua il sindacalista – proporre il Modello Mirafiori a Cassino significa solamente far accettare agli operai una contrattazione che va a ledere i loro diritti acquisiti negli anni. Non è con questo sistema che fa concorrenzaâ€.
Giangrande (Uilm): “La Fiat deve incontrare i sindacati ed essere chiara su futuro dello stabilimentoâ€
“Aspettiamo di conoscere le proposte della Fiat e di cosa l’azienda ha bisogno e noi risponderemo con le esigenze e i bisogni dei nostri lavoratoriâ€. E’ quanto dichiara Francesco Giangrande, segretario provinciale delle Uilm Frosinone. “Siamo in attesa di conoscere i piani dettagliati della Fiat dato che, al momento, la produzione dello stabilimento cassinate è in fase di stallo. La linea dove prima si produceva la Croma adesso è ferma. Due dei tre modelli, stentano sul mercato, anzi, le vendite della Bravo sono prossime allo zero. L’unico modello che va bene è la Giulietta ma su questa produzione c’è un assurdo blocco dettato, a quanto pare, dai limiti dell’indotto. Inizialmente se ne sarebbero dovuti produrre 350 modelli al giorno. La produzione è salita fino a 480 ma ilo mercato ne chiederebbe addirittura anche 550. La Fiat però dice che non si va oltre le 480 vetture quotidiane perché l’indotto non riesce a reggere quei volumi produttivi. L’assurdo è che ci sono lavoratori che rischiano la cassa integrazione. Manca, ad oggi, un confronto con l’azienda che ci permetta di guardare avanti e capire cosa si farà all’interno dello stabilimento; quale modello andrà a sostituire la Croma e, a questo punto, anche la Bravo. Vanno bene anche i restyling di Bravo e delta, purché si facci qualcosa. Non possiamo restare imprigionati nell’attesa che Marchionne decideâ€.
Ermanno Amedei