Da Cenerentola a prima donna grazie a chi ha voluto scommettere su di lei. In tanti, probabilmente, storcevano il muso quando alla Cantina Frentana di Rocca San Giovanni, qualcuno avanzava l’ipotesi di utilizzare il vitigno della Cococciola non più come uva da taglio, ma per farne un vero e proprio vino da proporre al mercato anche in un periodo poco brillante.
Quasi un sasso nello stagno e l’intuizione della Cantina Frentana, a cui è seguito un periodo di studio di 5 anni fatto di investimenti e ricerche (quello che oggi manca in Italia soprattutto in altri settori) sia in cantina che in vigneto, riuscendo a produrre un vino nuovo, seppure antico capace di ben figurare vicino a “mostri sacri†delle cantine come il Pecorino e la Passerina.
Un risultato festeggiato in grande stile dalla Cantina Frentana che, la settimana corsa, ha presentato ufficialmente il vino ma soprattutto la nuova linea della Costa del Mulino, in una nuova struttura costruita al fianco degli storici locali di Rocca San Giovanni. Una scommessa fatta tutta sul territorio dato che la Cococciola è un vitigno che in larghissima parte viene coltivato proprio a Rocca San Giovanni e che a dare il nome alla nuova linea dei vini è la costa del Mulino, una località della zona in cui si concentrano un gran numero dei soci della Cantina Frentana.
Alla cerimonia di inaugurazione dei locali con tanto di taglio del nastro e di presentazione dei nuovi prodotti con tanto di generoso e apprezzato assaggio hanno preso parte il prefetto di Chieti Vincenzo Greco, l’assessore regionale all’agricoltura Mauro Fermo, il presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio, oltre ad un significativo numero di soci e di “estimatoriâ€. A fare gli onori di casa è stato il presidente della Cantina Frentana Carlo Romanelli, a proposito della nuova line di vini ha detto: “Con il nome della regione che precede il nome di vitigno la nuova denominazione sposa correttamente il concetto che è il territorio la prima e più importante carta da spendere nella competizione globale: infatti i vitigni si possono piantare altrove, ma l’Abruzzo e la sua vocazione vitivinicola non si possono riprodurreâ€.
La spiegazione tecnica è spettata al direttore di produzione, l’enologo Giovanni Pasquale: “Al contrario di altre, più o meno astruse, è una denominazione razionale, facilmente comprensibile per il consumatore, anche quello straniero, che offre un efficace ombrello di protezione ai nostri vini, compresi quelli ottenuti da quei vitigni autoctoni come Pecorino, Passerina, Cococciola: i quali, riscoperti in tempi abbastanza recenti, non godevano ancora di questa tutela. Quindi, proprio mentre il mercato li richiedeva con curiosità e interesse, rischiavano più facilmente la contraffazione. La nostra linea di produzione “Costa del Mulino†sposa la nuova DOC Abruzzo con quattro denominazioni: Abruzzo Pecorino, Abruzzo Cococciola, Abruzzo Cerasuolo e, a partire dal 2011, Abruzzo Montepulciano, che sostituirà l’attuale DOC Montepulciano d’Abruzzoâ€.
La scelta di produrre questi vini come DOC Abruzzo privilegia la qualità sulla quantità : infatti comporta un sacrificio produttivo di quasi il 40% rispetto alla IGT (indicazione geografica tipica). Su Pecorino e Cococciola la differenza è di ben 70 quintali ad ettaro (da 220 a 140). “Questo spiega – conclude Felice Di Biase, responsabile commerciale della Frentana – perché la nuova DOC non abbia avuto in Abruzzo l’accoglienza trionfale che forse qualcuno si aspettava. Ma per noi è una scelta strategica fondamentale. La linea Costa del Mulino si presenta con un nuovo, raffinato packaging, ma soprattutto è il frutto di anni di assistenza tecnica nel vigneto e di ricerche in cantina, finalizzate a garantire una gamma di vini altamente competitivi nel rapporto qualità /prezzo, con l’accento posto sulla prima parola, qualità â€.
Ermanno Amedei