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Le “Mietitrici di Castrocielo” tornate in Ciociaria

In verità è un’opera d’arte di Alfonso Simonetti artista dell’Ottocento per metà napoletano di Napoli e per l’altra metà napoletano di Ciociaria, considerato uno dei maestri ragguardevoli della pittura napoletana. Anche Alfonso Simonetti, morto nel 1892 e sepolto in una cappelletta di famiglia nel cimitero di Castrocielo, fa parte di quella grande schiera di artisti pittori napoletani che hanno sempre guardato con piacere e interesse a questa appendice estrema di Terra di Lavoro. Raffaele Carelli e i fratelli Fergola che ripetutamente si trasferiscono nella terra del Fibreno e del Liri a dipingerne principalmente le cascate, Gonzalvo Carelli che vagabonda in tutta la Bassa Ciociaria, Michele Cammarano che soggiorna lungamente a Picinisco, Filippo Balbi che si stabilisce definitvamente a Trisulti e ad Alatri, Pasquale Mattei che dipinge a Cassino alcuni capolavori, Achille Vianelli che ripetutamente immortala Montecassino e la basilica. Innumerevoli sono gli esempi di questa eterna osmosi e non solo artistica e non solo ovviamente nel 1800.
Questo quadro dipinto dall’artista a 27 anni quando cominciava a soggiornare a Castrocielo presso un suo amico pittore e scrittore conosciuto a Napoli, raffigura un soggetto che poi ripeterà durante tutta la sua vita e cioè la illustrazione delle ciociare in costume e ambientate nei contesti più vari: alla contrada dell’olivastro, a Capod’acqua, nella selva Abbatecola, alla stazione ferroviaria, per le scalinate del paese….In questa opera invece vengono illustrate solo le due ciociarelle nei loro bellissimi costumi. Questo splendido quadro è stato sempre presso la medesima famiglia italiana nello Stato dell’Indiana in America e grazie alla passione di un collezionista ciociaro che lo ha scovato, è tornato nella sua terra di origine. E, mi si permetta la nota, solo apparentemente, polemica, il Frusinate che rappresenta lo zoccolo duro della Ciociaria, a tutt’oggi non possiede nemmeno a livello embrionale un luogo di raccolta e di ammirazione di queste opere che, al contrario, sono presenti sicuramente in ogni museo del pianeta e che è stato per oltre centocinquantanni uno dei due o tre soggetti più ripetuti e più illustrati nell’arte europea.
Michele Santulli

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