Siamo passati giorni addietro alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma dove, come si sa, sono in esposizione due opere di notevole importanza create da due grandi artisti ciociari a cavallo tra 1800 e 1900 e cioè un nudo in bronzo di ragazza in grandezza naturale di Amleto Cataldi e poi i famosi Saturnali di Ernesto Biondi. Per quanto riguarda la scultura di Amleto Cataldi, che in verità si trova nel caffè della Galleria, lamentavamo che fosse probabilmente l’unica opera d’arte nel Museo a non evidenziare il cartellino identificativo: oggi è ancora così. Da anni. Ma quanto è ormai inqualificabile e imperdonabile sono le condizioni deplorevoli in cui si trova ancora oggi il capolavoro di Ernesto Biondi, i Saturnali, nel chiostro di sinistra della Galleria. Tre vetrate di un lato sono coperte da pesanti tendaggi da sempre e le tre vetrate dell’altro lato sono oscurate dai pannelli di una mostra che sta avendo luogo, stato di fatto che si riscontra quasi ogni giorno dell’anno, da decenni. L’isolamento dunque è completo.
Per inciso: sia personalmente più volte e sia a mezzo di qualche raro intervento da parte di una autorità provinciale negli anni trascorsi, gli organi dirigenziali della Galleria sono stati ripetutamente investiti dello stato miserevole lamentato: in risposta le solite belle italiche parole e assicurazioni ma nessun cambiamento. Ma l’aspetto per il quale è sempre difficile trovare le parole idonee è lo stato in cui si trova la scultura ancora oggi: letteralmente ingoiata dalle foglie della pianta tropicale che pure si trova nel chiostro, nella indifferenza completa e totale di chi ha l’obbligo di custodirla e di valorizzarla. E quindi i Saturnali di Ernesto Biondi ingoiati dalla vegetazione, senza una cura, senza una sorveglianza, totalmente e completamente abbandonato e dimenticato. Hanno cancellato perfino i nomi dei due corridoi che si chiamavano: galleria dei Saturnali e Corridoio dei Saturnali!
Visto tale stato di abbandono permanente, avevo proposto ripetutamente addirittura di riprenderceli e di collocarli negli spazi pubblici della Villa Comunale di Frosinone o altrove, anche perché oggi la situazione politica è particolarmente favorevole a ottenere che la Galleria restituisca ai ciociari quell’opera d’arte che essa stessa da almeno settanta anni tiene reclusa e invisibile nonché esposta alle intemperie senza alcuna opera tra l’altro di manutenzione e di cura.
E pare che il momento attuale sia favorevole per noi ciociari frusinati in quanto siedono in Provincia finalmente alcuni personaggi che fattivamente e concretamente, pur in mezzo alle difficoltà enormi sedimentate nella nostra pubblica amministrazione da precedenti squalificate malgestioni del bene pubblico, stanno adoperandosi per una inversione di tendenza. In particolare si allude all’opera infaticabile dell’assessore alla cultura provinciale Arch.Abbate che, tra il tanto altro, ora, mi riferiscono, si sta anche fattivamente impegnando a farsi addirittura restituire dagli attuali non-custodi romani il capolavoro di Ernesto Biondi onde ridargli il posto che gli compete ma questa volta nella nostra Provincia, in luogo degno e idoneo. Si pensi che a Buenos Aires, dove esiste un secondo esemplare dei Saturnali, le autorità argentine lo hanno collocato da anni nel loro Giardino Botanico, in uno dei luoghi più nobili e più frequentati della metropoli, all’ammirazione di tutti, nel centro di un prato verde.
Bello e anche doveroso sarebbe se anche i cosiddetti benpensanti di ogni livello e grado e fazione politica nonché le numerose associazioni culturali si sentissero investiti di questo fatto e quindi dovutamente appoggiassero le iniziative in corso per il recupero alla nostra provincia dei Saturnali ad opera dell’Assessorato Provinciale alla Cultura.
Michele Santulli