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Un film per rivivere il dramma degli sfollati della guerra a Cinecittà. Si cercano i testimoni

Cinecittà, un patrimonio storico culturale d’Italia, il più grande centro di cinematografia del mondo rischia di chiudere: il taglio ai finanziamenti per il 2011 potrebbe privarci di un prestigioso pezzo di storia del nostro paese.
A quella struttura, a quel grande “recinto” è legata anche un po’ della storia dei Cassinati. Forse pochi sapranno che lì furono rifugiati circa 300 frusinati sfollati dopo i bombardamenti dei nostri paesi: ciò risulta dai rapporti di polizia di quel tempo.
“Cinecittà viene bombardata nel 1943, alcuni teatri di posa distrutti, e gran parte delle apparecchiature saccheggiate dai nazisti in fuga. Il 6 giugno 1944 la ‘città del cinema’ viene requisita dall’Allied Control Commission per garantire, fra l’altro, l’alloggiamento delle migliaia di rifugiati che la guerra ha creato. Un modernissimo complesso cinematografico viene convertito in campo profughi: da una parte, i senzatetto italiani, dall’altra, rigidamente separato, un campo internazionale. Per tutti le condizioni di vita sono durissime: le infrastrutture, gli edifici, le scene e i gadget che erano un tempo serviti a costruzioni stravaganti, dai templi romani ai boudoir di società, ora si prestano ai bisogni elementari dei rifugiati, le cui razioni alimentari vengono misurate in grammi. Vi si trovano persone di oltre 30 nazionalità, compresi Polacchi, Russi, Iraniani, Cinesi, Zingari ed Ebrei provenienti da ogni dove (naturalmente, anche di ritorno dai campi di concentramento in Germania)”: questo è il soggetto del film documentario che Marco Bertozzi e Noa Steimatsky stanno allestendo su Cinecittà campo profughi (1944 -1950). Il film racconterà l’incredibile trasformazione subita da Cinecittà negli anni che vanno dal 1944 al 1950, attraverso l’occupazione nazista, la creazione di un campo profughi da parte degli alleati e, infine, la rinascita della cosiddetta “Hollywood sul Tevere”.
A sessant’anni da quei momenti, il film si propone di fare tornare fra le mura di Cinecittà alcuni dei rifugiati sopravissuti. Un’azione di dissotterramento della memoria, per raccontare una storia mai vista …
Per questo motivo sono stato contattato da Marco Bertozzi sperando che potessi segnalare qualche nominativo di Cassinati o Frusinati rifugiati a Cinecittà sì da poterli riprendere in quegli stessi gloriosi studi, facendo loro rivivere emozioni e ricordi “dal vivo”. Purtroppo fino ad ora non ho mai avuto notizia di Cassinati che avessero avuto quella destinazione nella loro diaspora.
Dunque faccio appello, a chiunque potesse fornire qualsiasi informazione al riguardo, di farmene segnalazione; non tanto per la possibilità di far parte, seppur minima, di quella sceneggiatura, quanto per contribuire a ricostruire la memoria di una pagina mai raccontata della nostra storia e del nostro cinema.
Ogni eventuale segnalazione potrà essere inoltrata attraverso la redazione di questo giornale oppure contattandomi ai seguenti recapiti:
077623311 – 3409168763 – emilio.pistilli@fastwebnet.it
Emilio Pistilli
Direttore di Studi Cassinati

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