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Carcere di Frosinone: detenuti senza assistenza odontoiatrica da tre mesi

«Da più di tre mesi, oltre 500 detenuti del carcere di Frosinone privi di assistenza per le malattie della bocca a causa della chiusura del gabinetto odontoiatrico dell’istituto». Lo denuncia in una nota il Garante dei detenuti della Regione Lazio Angiolo Marroni. «Più volte in questi mesi – ha detto Marroni – abbiamo segnalato lo stato in cui si trovava il gabinetto odontoiatrico di Frosinone anche alla Direzione Generale della Asl, ma non siamo riusciti ad ottenere nulla. Ciò vuol dire che, nell’attesa che le istituzioni decidano il da farsi, in carcere è sospesa l’attività di cura e di estrazione dei denti e di prevenzione delle malattie del cavo orale, e chi ha dei problemi è costretto ad arrangiarsi con antidolorifici ed antibiotici, che come sappiamo, possono causare l’insorgere di altre patologie». «Quello di Frosinone può essere definito un carcere di passaggio – spiega la nota del garante – con un nuovo padiglione in costruzione per altri 200/300 posti, a metà strada fra Roma e Napoli, con problemi di sovraffollamento (dovrebbe contenere 325 detenuti, ne ospita 524) con un’alta percentuale di tossicodipendenti con problemi di malattie alla bocca. Infatti, molti di loro non riescono a mangiare e, in attesa di cure che non arrivano, devono gestire dolore e infezioni con rimedi improvvisati (impacchi, acqua fredda, atti di autolesionismo). In queste settimane sono numerosi i casi di reclusi che, chiesta la visita medica per problemi ai denti, si sentono rispondere che le cure sono sospese perché la poltrona odontoiatrica non funziona. Mentre a color che chiedono di essere curati a loro spese viene risposto che non è possibile a causa della rottura della poltrona odontoiatrica, che non consente ai dentisti di intervenire». «Quello registrato a Frosinone – ha detto il Garante dei detenuti Angiolo Marroni – non è un problema di poco conto, considerando che le malattie del cavo orale, spesso associate alla scarsa igiene e ad una alimentazione non corretta, sono al terzo posto fra le più diffuse tra i detenuti dopo le patologie del cuore e quelle dell’apparato respiratorio, al punto da influenzare pesantemente la qualità della loro vita. Se il dolore è un evento acuto importante non si può trascurare anche l’aspetto temporale legato alla lunga attesa di un intervento medico e ai danni che tale attesa comporta alla salute in genere»

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