Cassino al voto, Valente (Forza del Sud): “L’acqua come diritto umano inviolabile nello statuto comunale”
18 Aprile 2011Dall’ufficio stampa del candidato a sindaco Gianni Valente (Forza del Sud), riceviamo e pubblichiamo.
“Un posto prioritario, non solo nel nostro programma elettorale per le elezioni comunali ma da sempre nella nostra azione amministrativa, occupa sicuramente l’acqua.
Noi riteniamo, e non da adesso, che il servizio idrico debba essere gestito direttamente dal Comune in tutto il territorio comunale e non solamente al centro della città . Questo consentirà non solo di eliminare la disparità di servizio e di costi che caratterizza i cittadini di Cassino a seconda delle località in cui abitano ma determinerà anche vantaggi economici per il Comune, oltre che per i cittadini stessi, anche in considerazione dell’avvento del federalismo. Ma l’acqua, per noi è molto di più, per questo proclamiamo la volontà di inserire nello statuto comunale il riconoscimento di questa importante risorsa come diritto umano inviolabile.
Da anni, in consiglio comunale prima e poi attraverso il coinvolgimento dei cittadini intorno ad una petizione, sosteniamo che si può cambiare, anche perché il Comune possiede la risorsa, l’acqua, e, riappropriandosene, renderà un servizio migliore ai suoi cittadini, soprattutto a quelli che abitano nei quartieri periferici di Sant’Angelo in Theodice, Caira, Antridonati e Sant’Antonino, e darà una sicurezza in più alle casse comunali. La città di Cassino è sempre stata ambigua sull’argomento tra il centro città e le periferie, servite prima dal Consorzio degli Aurunci e, dal 1996 dall’Ato 5, in seguito alla delibera del consiglio comunale n. 89/14 del 28 guidato dal sindaco Petrarcone. Una scelta, quest’ultima, fatta con il voto contrario dell’allora consigliere di opposizione Sebastianelli. Successivamente, durante l’amministrazione Di Zazzo, quando io ricoprivo l’incarico di assessore all’Ambiente, manifestammo le prime prese di posizione contro la gestione dell’Ato e nel maggio del 2002 fu dato incarico a un pool di avvocati di impugnare l’adesione alla società . Negli ultimi anni sono stati convocati, ancora per volontà del sottoscritto, diversi consigli comunali sull’argomento fino ad arrivare ad una richiesta, firmata da 18 consiglieri di maggioranza e opposizione, di una nuova assise straordinaria per la revisione delle norme statutarie. Il consiglio comunale si tenne il 16 febbraio 2009: dopo lo scontro al vetriolo che si consumò tra me, capofila dei firmatari dell’odg a garanzia dell’acqua pubblica e il sindaco, il primo cittadino e il presidente del consiglio comunale si appellarono ad un cavillo burocratico per non approvare il punto.
Nell’autunno scorso, poi, abbiamo spostato la protesta tra i cittadini, nelle piazze più periferiche della città , dove la disparità economica e della qualità del servizio è massiccia. Porteremo sempre con noi i volti, esasperati dalle criticità dell’Acea e speranzosi che un cambiamento può avvenire, dei cittadini, i quali non solo hanno sottoscritto numerosi la nostra petizione ma hanno voluto informazioni e spiegazioni, a dimostrazione che la partecipazione intorno ai problemi quotidiani appartiene ai cassinati come alla mia squadra e che la condivisione delle proposte e delle soluzioni deve essere alla base della nuova politica, laddove ‘nuova’ per me significa essenzialmente questo: migliorare la città che considero già la più bella al mondo innovando le strategie per ottenere il suo sviluppo sociale, culturale ed economico. Ai quei cittadini e a tutti i cassinati faccio appello perché sappiano che, dando fiducia al mio progetto, saranno loro a governare insieme a me la città .
Siamo fermamente convinti che l’acqua è un bene comune e un patrimonio dell’umanità e che l’importante valore sociale dell’acqua può essere affermato attraverso l’inserimento nello statuto del nostro Comune del riconoscimento del diritto all’acqua come diritto umano inviolabile.
I cassinati devono anche sapere che noi siamo gli unici a poterci fare portavoce di tale diritto: difficilmente, ma ce lo dica lui, il candidato ‘rinnovato’ e tanto meno il ‘rinnovatore’ potrà sostenere tale ipotesi, perché nella sua compagine c’è chi cura proprio gli interessi dell’Acea Ato5”.