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Frantoio del primo secolo a.C. “emerge” dalla terra a Villa santa Lucia

Un frantoio risalente al primo secolo Avanti Cristo è l’ennesima sensazionale scoperta archeologica effettuata nel cassinate. I resti del frantorio, quello che un tempo, proprio come tanti altri oggi, produceva olio dalla spremitura delle olive, sono emersi a circa 80 centimetri di profondità nel corso dei lavori per l’ampliamento di Via Madonna della Neve a Villa Santa Lucia. L’amministrazione comunale, ben sapendo che la zona è ricca di storia, e ben attenta ad evitare che possibili resti archeologici potessero essere irrimediabilmente danneggiati, aveva chiesto alla Sovrintendenza ai Beni Archeologici di effettuare un monitoraggio sull’area durante il quale sono stati individuati i primi indizi dell’insediamento romanico. In questi giorni i tecnici diretti dal funzionario della Sovrintendenza Alessandro Betori, hanno riportato alla luce buona parte di quello che resta del frantoio. Gli esperti archeologi sanno vedere cose che altri ignorano e due basi in pietra sono state indicate come i punti in cui poggiava il “torcular” il macchinario che con una o due ruote che ruotavano intorno ad un palo spinte da bestie da soma o da uomini, spremeva le olive in cui succo finiva all’interno di una grossa anfora interrata, di cui è rimasto ben visibile il collo. Finita la spremitura, la “cisterna” veniva riempita d’acqua e poco dopo l’olio risalito in superficie veniva recuperato. Un posto strategico per il frantoio per la vicinanza dell’antichissima via Francigena.
Ermanno Amedei

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