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Immigrazione, a Lampedusa forze dell’ordine esposte a malattie e pidocchi. L’allarme dei sindacati

Gli operatori delle forze dell’ordine in servizio a Lampedusa per tentare di arginare il fenomeno dell’immigrazione clandestina, sono esposti al rischio di epidemie portate dagli stessi immigrati. A lanciare l’allarme è il sindacato Cocer della Guardia di Finanza. Un’onda enorme di disperati che arrivano dalle coste africane in condizioni umane e igienico sanitarie disperate. Per giorni, su piccole imbarcazioni, viaggiano centinaia di persone ammassate. Su quelle barche devono salire, una volta a Lampedusa, le forze dell’ordine per prestare assistenza e effettuare perquisizioni.

Ebbene, il Cocer denuncia come i Finanzieri, talvolta, hanno dovuto comprare di tasca propria mascherine e guanti in lattice per proteggersi da infezioni e malattie. Quelli forniti dall’Amministrazione, sempre costretta a fronteggiare continui tagli da parte del Governo, non bastano a coprire l’arco delle 15 ore di lavoro a cui i finanzieri sono solitamente sottoposti. Scabbia, tubercolosi e, soprattutto pidocchi, sono in agguato in ogni momento. In queste condizioni, centinaia di uomini e donne in divisa hanno scongiurando disordini su un fazzoletto di terra abitato da poco più di seimila italiani sommerso, in poco tempo, da un’onda di tunisini tale da raddoppiare la popolazione dell’isola.


Eliseo Taverna

“Se non è accaduto nulla di spiacevole sul territorio italiano – dichiara Eliseo Taverna delegato del Cocer Guardia di Finanza – è stato proprio grazie alle forze dell’ordine che stanno lavorato con grande professionalità e dispendio di energia. Per esperienza diretta – aggiunge il sindacalista – posso dire che a Lampedusa le condizioni in cui arrivavano gli immigrati è terribile. Il personale preposto ai controlli doveva salire sulle barche trovandosi di fronte a situazioni inumane; persone ammassate e che in quelle condizioni avevano trascorso giorni e giorni di navigazione.

Scabbia, tubercolosi, pediculosi , tutte infezioni accertate tra gli immigrati, con cui il personale della sicurezza era costretta a lavorare anche 15 ore al giorno in ambienti in cui i livelli igienico sanitari erano alquanto precari. Se per tubercolosi e scabbia, al momento, si tratta solo di rischio di contagio, per scongiurare il quale bisogna attendere che passi il periodo di incubazione, purtroppo casi di pidocchi si sono già verificati e alcuni finanzieri sono stati costretti a tagliare i capelli.

“In qualsiasi momento – aggiunge Daniele Tisci altro delegato del Cocer – le forze di polizia sono pronte alla versatilità e al sacrificio per far fronte alle esigenze della collettività. Un sacrificio che spesso non viene considerato dal Governo che taglia le risorse destinate alle amministrazioni e agli stipendi con cui si ristorano questi sacrifici”. Un ampio servizio è stato dedicato sull’argomento dal settimanale Stop attualmente in edicola.
Ermanno Amedei

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