E’ stata presentata oggi una interrogazione da parte del consigliere provinciale dell’Italia dei Valori Pio Riggi indirizzata al Presidente del Consiglio Provinciale, all’ass. al Personale e all’ass. all’Ambiente con la quale si chiede di conoscere in base a quale iter ed a quali competenze il Sig. Luca Fardelli, figlio del Sig. Cesare Fardelli presidente della SAF, ricopre il ruolo di capo impianto dell’unico stabilimento della SAF S.p.A.. L’interrogazione presentata a Palazzo Gramsci riprende l’interrogazione presentata al Consiglio Regionale del Lazio dal Consigliere Regionale dell’Italia dei Valori Anna Maria Tedeschi.
E’ fondamentale che l’unico stabilimento che si occupa in Provincia del trattamento meccanico biologico dei rifiuti solidi urbani, detto anche impianto di riciclaggio, sia gestito da figure che abbiano le necessarie competenze. Il fatto che il capo impianto, il Sig. Luca Fardelli, sia il figlio del presidente della stessa società ad intero capitale pubblico, potrebbe essere un caso, ma la questione che si intende affrontare con l’interrogazione è la verifica delle competenze necessarie e previste dalla normativa vigente affinché certi compiti vengano svolti da chi sia in possesso dei titoli e delle competenze necessarie.
Dal corretto funzionamento dello stabilimento di Colfelice dipendono sia la quantità di combustibile da rifiuto (CDR) che va all’inceneritore di San Vittore, sia la quantità di sovvalli che va ad alimentare la discarica di Roccasecca in loc. Cerreto.
E’ necessario ridare la giusta priorità alla meritocrazia, si chiede pertanto di verificare che a ricoprire il delicato ruolo di capo impianto ci sia una figura realmente competente. Essere il figlio del presidente della stessa società non è certo un titolo previsto dalla normativa, il cons. prov. Pio Riggi, unitamente alle richieste avanzate dalla Tedeschi in Regione, chiede quindi che si faccia chiarezza e che si renda giustizia a tutti i figli di questo territorio che non hanno un padre presidente.