E’ una tradizione che risale al 1604, da quando, cioè, l’Arciconfraternita di San Filippo Neri organizza la sacra rappresentazione del Giovedì Santo. Tornata d’attualità , però solo dopo gli anni 70. E’ la processione degli incappucciati di Lanciano; suggestiva, misteriosa, che il Giovedì prima di Pasqua, a partire dalle 22, si snoda per le strade del centro storico frentano. Suggestivo, misterioso, il corteo anche quest’anno è partito dalla Chiesa di Santa Chiara, sede della Confraternita. Ad illuminare il lungo serpentone composto da circa 400 incappucciati, solamente i ceri e le lanterne. Una luce flebile, che permette però di scorgere sul petto dei confratelli incappucciati, il grosso medaglione su cui è incisa la morte. La vergogna, la penitenza per la crocifissione di Cristo, impone il cappuccio sui volti. E’ poi il Cireneo, prescelto ogni anno, che a piedi scalzi porta la grossa Croce di cui nessuno conosce l’identità eccetto il priore dell’Arciconfraternita. Una coreografia funebre accompagnata dalla triste musica di una banda e dal roco lamento della battola, uno strumento di legno arnese di legno. Il giorno dopo la processione si è ripetuta con i cappucci alzati.
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