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Omicidio Rea, il criminologo Silvestri ipotizza il profilo dell’assassino

“L’orrendo omicidio di Melania Rea impone doverose riflessioni ed apre scenari riconducibili al profilo della personalità dell’offender, quali ipotesi criminologiche”. Questa l’analisi del criminologo Antonino Silvestri che fin dal ritrovamento del cadavere della giovane madre ha studiato la scena del delitto ipotizzando la pista di un possibile assassino seriale. Secondo il criminilogo il caso dell’omicidio di Melania Rea rientrerebbe nel filone dei serial killer. Nella ricostruzione effettuata dallo studioso ci sarebbero diversi elementi che avvalorerebbero questa tesi: “Molti assassini – sostiene Silvestri – hanno un bisogno di uccidere che va al di là della vittima designata.
Possono, infatti, colpire indifferentemente persone di sesso e di età diverse, in quanto la centralità del loro impulso è l’omicidio in sè e per sé.
Nell’emergere di queste pulsioni assume un ruolo decisivo l’infanzia dell’offender ed, in particolare la formazione del “legame di attaccamento” madre –bambino.
La frantumazione o la mancata formazione del suddetto rapporto può condurre, infatti, ad un futuro adulto incapace di empatia, di affetto o di rimorso per un altro essere umano. Caratteristiche, queste, comuni agli assassini seriali.
Inoltre la componente della violenza anche sessuale, subìta in una fascia di età ove il soggetto dispone di risorse inadeguate per difendersi e tutelarsi, compromette in modo esponenziale personalità ancora fragili”.

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