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Omicidio Rea, Si rafforza l’idea del Serial Killer

La vita di Melania, quella dei suoi familiari più stretti, deglia amici, dei semplici conoscenti o vicini di casa, passata al setaccio dagli investigatori che indagano sull’efferato delitto che ha stroncato la vita della 29enne nel parco di San Marco ad Ascoli. Un omicidio dalla violenza inaudita considerando, non solo le 35 coltellate inferte alla vittima, ma anche quelle che, a quanto pare, l’assassino ha scagliato, nella sua violenza, contro la parete il legno del chioschetto vicino al quale il corpo di Melania è statro trovato (guarda la foto). “Solamente dopo aver escluso completamente ogni possibilità che l’omicidio abbia un movente e che l’assassino conoscesse la vittima, allora penseremo ad altro”. E’ la linea seguita fino ad ora dagli inquirenti della procura di Teramo e di Ascoli. Cio significa che l’ipotesi serial killer è lasciata come ultima spiaggia ma che con il passare del tempo prende sempre più forza. Il criminologo clinico Antonino Silvestri sembra propendere direttamente per l’omicidio occasionale perché dice: “Se la criminogenesi di questo efferato omicidio induce a riflettere su aspetti essenziali della vicenda, la criminodinamica lascia ulteriori perplessità. Sembra quasi che tra la prima e la seconda fase ve ne sia un’altra, ovvero l’organizzazione minuziosa degli elementi rinvenuti sia nella “crime scene” che nella” crime zone” . L’offender è stato molto attento e non ha trascurato nulla, come è tipico del modus operandi di un Serial Killer organizzato, che pianifica ed elabora tutto ciò che ricondurrebbe alla sua cattura. La così detta ”firma” dell’omicida potrebbe essere rappresentata tanto dalla siringa ritrovata quanto dal laccio emostatico, strumento di blocco momentaneo del flusso sanguigno per scopi terapeutici, utilizzato qui per altre finalità“.
Er. Amedei

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