“La Provincia non ha poteri legislativi nel settore e non può certamente obbligare a rivedere il prezzo da conferire ai produttori ma si impegnerà a verificare, mediante un percorso virtuoso, eventuali gruppi industriali pronti a rispondere all’appello di Coldiretti e delle altre organizzazioni tesi a rivedere il prezzo del latte in Ciociariaâ€. Così Antonello Iannarilli e Giovanni Melone, Presidente ed Assessore provinciale all’agricoltura che hanno confermato anche l’opportunità di lavorare a ogni utile progetto teso a dare risposte agli allevatori. “Ringraziamo ancora una volta la Provincia per aver voluto istituire, su nostra richiesta, il tavolo per il prezzo del latte ma, purtroppo, occorre stigmatizzare con forza l’assenza al tavolo di oggi dei rappresentanti dei caseifici invitatiâ€. Così il direttore della Coldiretti di Frosinone, Paolo De Cesare che, insieme al presidente Loris Benacquista, ha preso parte, questa mattina, al tavolo convocato, proprio su richiesta di Coldiretti, per la vertenza del prezzo del latte. In provincia di Frosinone, infatti, il prezzo del latte è in media fermo a neppure 35 centesimi a litro con casi limite anche di 27 centesimi riconosciuti all’allevatore nonostante l’accordo siglato a Roma per la Centrale preveda un prezzo di 42 centesimi per litro. Alla riunione erano stati invitati alcuni dei rappresentanti dei caseifici che operano in Ciociaria come Bruscino, De Meis e Scarchilli e Francia che, seppur operando in provincia di Latina, registra il conferimento di molti allevatori della Ciociaria. “Purtroppo eravamo stati facili profeti nel prevedere tali assenze – ha chiosato ancora De Cesare – e l’atteggiamento credo si commenti da solo. Addirittura Assolatte ha inviato una nota, a nome e per conto anche di Francia, nella quale, in modo palesemente strumentale, ha tentato di giustificare un’assenza pesante non fosse altro perché il 25 marzo scorso presso la Regione la stessa struttura ha preso parte, siglando l’accordo, alla trattativa del prezzo per il latte destinato alla Centrale di Roma. Per quanto ci riguarda abbiamo le idee chiare su come andare avanti.Ci confronteremo di nuovo con i nostri produttori. A questo punto non possiamo escludere forme di protesta anche eclatantiâ€. “Il problema – ha aggiunto De Cesare – è certamente anche di natura sociale: ci sono oltre 1500 persone impiegate nel settore che muove un indotto considerevole. Occorre riorganizzare il settore magari cercando anche di rivedere il ruolo di quanti nella filiera produttiva non sempre rispettano il proprio ruolo.Ai lavori hanno preso parte anche Cia, Confagricoltura, Associazione Allevatori e Confcooperative che hanno sottolineato la necessità di continuare a tenere aperta una vertenza che tiene in ansia i produttori e le proprie famiglie. In Ciociaria negli ultimi 5 anni la produzione è scesa del 26% e le aziende nello stesso periodo sono diminuiti del 46%. Un altro argomento caro a Coldiretti che verrà messo in risalto in questa vertenza nei prossimi giorni è quello della provenienza del prodotto. “I consumatori hanno il diritto di sapere – ha concluso Benacquista – da dove arriva ciò che acquistano e, come fatto di recente al Brennero continueremo a segnalare ogni azione tesa a spacciare prodotti realizzati con materie prime non provenienti dalla Ciociaria nell’attesa che vengano approvati i decreti attuativi sulla legge della tracciabilità voluta con forza dalla nostra organizzazioneâ€.