“L’istituzione del tavolo di domani mattina (ore 10.00 in Provincia a Frosinone) rappresenta un momento di confronto importante e significativo.
Auspichiamo che ci sia la presenza di quanti sono stati invitati per iniziare il percorso tracciato da Coldiretti e dare dignità agli allevatori ciociariâ€. Così Paolo De Cesare, direttore provinciale Coldiretti che ha aggiunto.“Abbiamo pregato la Provincia di verificare l’avvenuta ricezione delle comunicazioni di invito che sono state spedite lo scorso 26 aprile a tutti i destinatari proprio perché si tratta dell’istituzione di un tavolo richiesto dalla nostra base associativa nelle diverse assemblee che come organizzazione abbiamo tenuto in diverse zone della nostra provincia.
Auspichiamo – ha aggiunto – che prevalga un grande senso di responsabilità in modo così da scongiurare manifestazioni più eclatanti per tutelare i nostri soci. Oggi è prioritario un progetto che valorizzi veramente il latte e gli allevamenti ciociari, cosa che, purtroppo, non è avvenuta nel passato in un territorio che esprime una realtà produttiva di primissimo piano. Servono impegni seri e definitivi che assicurino acquisti di materie prime locali nel frattempo che diventi obbligatoria l’indicazione in etichetta dell’origine territoriale del latte a lunga conservazione e di quello impiegato per le produzioni casearie, come peraltro previsto dalla legge approvata all’unanimità dal Parlamento all’inizio dell’anno. “Diamo atto e ringraziamo il Presidente della Provincia, Iannarilli, e l’assessore
all’agricoltura, Melone – ha detto il presidente Loris Benacquista – di aver mantenuto l’impegno di istituire e convocare, così come da noi proposto, il tavolo provinciale per il prezzo del latte e di aver voluto sensibilizzare quanti invitati a partecipare. Evidenziamo altresì l’urgenza e la necessità di offrire apertura da parte dei responsabili delle cooperative e delle industrie di rivedere il prezzo del latteâ€. I costi di produzione sono aumentati – ricorda De Cesare – così come è aumentata la domanda di formaggi e latte in tutta la provincia, nel Lazio e nel resto del Paese. L’unico anello debole della filiera resta il produttore che lavora per ottenere meno di quanto guadagnava 20 anni fa. Occorre creare le condizioni per salvaguardare il latte ciociaro e garantire scelte di acquisto consapevoli ai consumatori. Troppo spesso, infatti, i caseifici locali importano latte da altri territori, realizzando formaggi che di ciociaro hanno solo il nome. D’altronde – ha concluso De Cesare – i cittadini hanno confermato di essere dalla nostra parte, dalla parte di chi, con il progetto della filiera agricola tutta italiana, quindi tutta locale, vuole offrire garanzie su tutti gli alimenti con provenienza certa e qualità garantita.
I NUMERI
Complessivamente, rileva la Coldiretti, in un anno sono arrivati 9 miliardi di chili in equivalente latte (fra latte liquido, panna, cagliate, polveri, formaggi, yogurt e altro) utilizzati in latte a lunga conservazione, latticini e formaggi all’insaputa dei consumatori italiani e a danno degli allevatori perché non è obbligatorio indicare la provenienza in etichetta.
In altre parole tre litri di latte a lunga conservazione sui quattro venduti in Italia con marchi del Made in Italy sono in realtà già stranieri senza indicazioni per il consumatore come pure il latte impiegato in quasi la metà delle mozzarelle sugli scaffali. Nel Lazio le imprese attive nel 2009/2010 nella produzione di latte vaccino sono 1.705 per circa 87.300 capi in produzione.
La produzione di latte vaccino laziale ammonta a circa 3.760.000 quintali.
In provincia di Frosinone sono oltre 600 le imprese zootecniche con più di 1.500 persone impegnate quotidianamente nel settore. A tutto ciò si devono
aggiungere i numeri relativi all’indotto che non è quantificabile. I quintali prodotti ogni giorno superano quota 500.