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Omicidio Mollicone, papà Guglielmo: “Denunciai la scomparsa di Serena proprio a chi me l’aveva portata via”

Lo hanno a lungo ritenuto un pazzo colto da farneticazioni, uno che parlava di complotti, di raggiri, di indagini deviate, oggi, la Procura della Repubblica di Cassino sembra dargli ragione iscrivendo nel registro degli indagati l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, il figlio e un altro carabiniere. Guglielmo Mollicone, il padre di Serena, sembra un lupo che ululava alla luna la sua verità, ed oggi, dopo dieci anni, finalmente la “luna” lo ha ascoltato. Indagati, però, sono finiti anche l’ex fidanzatino di Serena e la madre di quest’ultimo. “Che in questa storia fossero implicati l’ex comandante dei carabinieri di Arce, il figlio e l’altro carabiniere io l’ho sempre detto e sostenuto pubblicamente. La possibile implicazione dell’ex fidanzato e di sua madre mi fa cadere dalle nuvole”. Guglielmo Mollicone parla con toni pacati ma non rassegnati seppure l’uccisione della figlia è avvenuta 10 anni fa. “Se questa storia non si è chiusa subito, lo si deve alla pressione mediatica – ha aggiunto Mollicone – tante erano le spinte per l’archiviazione dell’indagine. Lo stesso processo a Carmine Belli sarebbe servito per dare un colpevole ma certo giustizia non sarebbe stata fatta. Eppure, appena poco tempo dopo la sparizione di Serena e il ritrovamento del cadavere, c’erano già gli elementi per arrivare alle conclusioni a cui gli investigatori sono arrivati dopo 10 anni di indagini”. Il pomeriggio in cui Serena sarebbe dovuta tornare a Casa “pioveva a dirotto – continua Mollicone – Era uscita per andare a scuola a Sora e poi, nel primo pomeriggio, sarebbe dovuta andare dal dentista. Ma a sera, non vedendola rientrare, ho pensato di denunciarne la scomparsa ai carabinieri”. Mollicone, quindi si è recato nella caserma dei militari e ha sporto denuncia proprio dinnanzi a chi, oggi, è indagato per la morte della figlia. “Mi sono insospettito perché mentre solitamente la caserma chiudeva alle 5, quella sera, alle nove, il maresciallo era ancora in stazione come se mi stesse aspettando. Durante la denuncia mi sembrava interessato a quello che dicevo e alle mie preoccupazioni e siamo rimasti insieme fino a mezzanotte”.
Er. Amedei

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