Sembrava stesse raccontando la cronaca di un picnic con gli amici, invece ha raccontato come avrebbe tolto la vita alla nipote Sara Scazzi. Una nuova versione, quella di Michele Misseri, forse la più vicina alla prima, quella con cui raccontò al mondo di aver ucciso la nipotina di 16 anni di Avetrana e di averne occultato il cadavere. Tra la prima e l’ultima versione, però, Misseri ha tirato in ballo anche la figlia Sabrina e poi, come un vortice, nell’indagine sono finiti dentro, e per dentro intendiamo il carcere di Taranto, oltre a lui e alla figlia, anche il fratello e il nipote, poi scarcerati e, ultima, la moglie Cosima. Adesso Michele è tornato in libertà e in una intervista a Mediaset, ha raccontato come è maturato quell’omicidio, come lo ha realizzato, e con quale sistema ha calato il corpo di Sara, nudo, nel pozzo in cui poi, lui stesso lo ha fatto ritrovare. Un dire e ritrattare su cui, probabilmente, gli investigatori oggi credono sempre meno nella speranza, però, che oltre a quelle farneticazioni, chissà quanto veritiere e quanto no, ci siano elementi tangibili e riscontrabili che possano portare a scoprire chi è responsabile della morte e dell’occultamento del corpo di una ragazzina di 16 anni.