Parlamentari non consentano imposizioni della lobby animalista. Non rappresenta tutti i Cittadini
28 Giugno 2011Dall’ufficio stampa FederFauna riceviamo e pubblichiamo:
Il testo di revisione della legge 281/91 sul randagismo e sugli animali d’affezione, provvedimento fortemente voluto da Francesca Martini e dalla lobby delle milionarie Onlus animaliste, ma che a molti sembra fatto apposta per contrastare le attivita’ con animali che producono una sana economia e per dare invece ampio spazio a quelle care agli animalisti, pagate con le tasse dei Cittadini, rischia di procedere spedito attraverso la cosiddetta “Sede deliberante” della Commissione, una via molto discutibile che, alla faccia dell’interesse generale, si svolge all’interno della commissione competente, escludendo del tutto l’intervento dell’Assemblea nella messa a punto del provvedimento legislativo.
Dopo che nel 2010, il passaggio in Aula della legge di ratifica della Convenzione di Strasburgo sugli animali da compagnia aveva fortunatamente ridimensionato certe norme pretese dagli animalisti, alcune per altro poi fatte rientrare dalla finestra dall’ennesima ordinanza della Martini, sembra che oggi i nemici dell’allevamento, del circo, del palio e di tutte le attivita’ con animali che sfuggano al loro diretto esercizio o controllo, non vogliano piu’ rischiare nemmeno un confronto dove potrebbero essere rappresentati anche interessi che ritengono contrastanti con i loro.
Per quanto riguarda pero’ l’assegnazione della proposta alla commissione in sede deliberante, mentre nel Senato la decisione spetta al presidente e non e’ opponibile, alla Camera la decisione del presidente vale solo come proposta, che viene accolta nel momento in cui nessun deputato chiede di sottoporla al voto dell’Assemblea. Inoltre, ci sono limiti procedurali: il Governo o un decimo dei componenti di ciascuna Camera (articolo 72 della Costituzione) o un quinto della stessa commissione, possono esercitare la “Richiesta di rimessione all’Assemblea”, determinando un passaggio di sede da legislativo a referente e coinvolgendo l’Assemblea.
FederFauna si rivolge quindi ai Parlamentari e, con tutto il dovuto rispetto, ricorda loro di essere i rappresentanti di tutti gli Italiani e non solo di alcune associazioni facoltose, le quali millantano consensi che non hanno, solo grazie alla propria potenza mediatica e lobbystica determinata da quel denaro che e’ in gran parte frutto delle stesse norme che vorrebbero, con ogni mezzo, far loro approvare.
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