Uno stillicidio di sequestri è in atto, nelle ultime settimane, sul tratto autostradale dell’A1 della Provincia di Frosinone: il traffico di prodotti contraffatti è in costante aumento.
L’avvicinarsi della stagione estiva, con l’aumento dei frequentatori del litorale laziale e dei turisti stranieri, ha fatto aumentare in maniera esponenziale gli stock di merce falsa, soprattutto abbigliamento, accessori e calzature, che transitano verso la Capitale, immessi sul mercato nero da parte di sodalizi criminali collegati ai clan della camorra.
In poche ore sono stati tre i corrieri, con relative autovetture, fermati dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale Frosinone.
Si tratta di persone extracomunitarie, di varie nazionalità africane (soprattutto senegalesi), che trasportano piccole quantità di merci contraffatte (poche centinaia) per evitare che gli organizzatori dei traffici possano perdere grandi quantità di prodotti con relativi danni economici.
La tecnica di frazionare in tanti piccoli trasporti una grande quantità di prodotti è detta, in termini investigativi, “smurfingâ€, che significa dividere un carico in tanti piccoli corrieri (dall’inglese “smurfsâ€, i famosi “Puffiâ€) che danno meno nell’occhio e che, una volta individuati, fanno perdere all’organizzazione solo piccole quantità di prodotti, mantenendo inalterata la potenza economica del sodalizio criminale che si cela dietro i traffici.
La rotta Napoli-Roma è ormai la vera e propria “Via della Contraffazioneâ€, che partendo dal Porto di Napoli arriva ai depositi illegali di Roma, transitando e rifornendo la Ciociaria ed i Castelli Romani.
L’analisi strategica del fenomeno ha indotto il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone ad intensificare fortemente i controlli sull’Autosole, nell’ambito delle proprie competenze istituzionali ed in coordinamento con la Polizia Stradale, allo scopo di contrastare il traffico, bloccando i corrieri sulle vie di approvvigionamento.
Solo nelle ultime ore, sono state tre le autovetture fermate che trasportavano merce contraffatta da Napoli in direzione Nord, sul tratto autostradale dell’A1 tra San Vittore nel Lazio e Cassino.
All’interno delle autovetture sono così state rinvenute numerosissime borse, cinture ed altri accessori, calzature e abbigliamento di varia tipologia, il tutto griffato con etichette di famose case di moda italiane ed estere.
Tutti i prodotti erano però contraffatti.
I marchi illecitamente copiati erano relativi alle maison “Louis Vuittonâ€, “Pradaâ€, “Fendiâ€, “Gucciâ€, “Polo by Ralph Laurentâ€, “Blauerâ€, “Lacosteâ€, “Fred Perryâ€, “Fayâ€, “Burberryâ€, “H&Bâ€, “Monclerâ€.
La merce è stata sottoposta a sequestro ed i corrieri che la trasportavano sono stati denunciati per i reati di contraffazione e di ricettazione, puniti rispettivamente con pene della reclusione fino a due anni e fino a otto anni.
Si tratta di quattro cittadini extracomunitari, tre dei quali regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale ed uno soggetto a provvedimento di espulsione.
La merce complessivamente sequestrata ammonta a circa 1.100 pezzi.
Anche in questo caso i capi, seppur simili nel marchio, nella foggia e nelle colorazioni al prodotto originale, lecitamente venduto nei negozi specializzati, risultavano carenti di quei requisiti di garanzia che contraddistinguono tale tipologia di prodotti.
Dall’esame dei prodotti oggetto degli ultimi sequestri, tuttavia, si nota che la fattura ed i materiali risultano avere qualità molto superiore a quelli dei sequestri degli ultimi anni. Ciò significa che la riproduzione illegale del “Made in Italy†sta raggiungendo livelli di specializzazione notevoli, che desta notevole preoccupazione per la possibile penetrazione delle merci contraffatte nel mercato legale dell’abbigliamento, attraverso rivenditori disonesti.
Altro fenomeno innovativo del mercato della contraffazione è la disponibilità , da parte dei venditori senegalesi, di kit di etichette di grandi marche, che vengono vendute direttamente al dettaglio: in questo modo, il compratore può applicarle direttamente su una borsa del modello preferito, realizzando così un inaudito esempio di “contraffazione fai-da-teâ€.
La costante attenzione che il Corpo della Guardia di Finanza dedica alla lotta alla contraffazione è tesa a contrastare i rilevanti effetti negativi che tale fenomeno produce sotto l’aspetto economico (calo del fatturato, impoverimento dell’offerta di nuovi brevetti e marchi), finanziario (riduzione delle entrate fiscali) e sociale , (sfruttamento della mano d’opera, pericolo per la salute dei cittadini, ecc.).
La lotta a tale fenomeno criminale costituisce sia una forma di contrasto alle attività imprenditoriali illegali della criminalità organizzata (che controlla i centri di produzione dei prodotti contraffatti), sia uno strumento di tutela dell’economia legale (operando a protezione delle aziende produttrici dei beni copiati, nonché dei commercianti che rivendono merce originale assolvendo tutti gli obblighi di natura fiscale e amministrativa previsti dal nostro legislatore), finalizzato a permettere lo sviluppo dell’impresa e la crescita economica del paese.
Tuttavia, i recenti e ripetuti sequestri, da parte della Guardia di Finanza, di beni contraffatti indirizzati anche al mercato ciociaro, dimostra che anche in provincia di Frosinone, come effetto della crisi finanziaria in corso, cresce sempre più il numero di persone che vogliono acquistare accessori griffati senza badare all’originalità del bene.