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Ufficiale morto in Afghanistan, il ricordo del suo vicecomandante della compagnia di Pontecorvo

Un ricordo indelebile quello lasciato dal capitano Congiu a Pontecorvo. Ricordi affidati alle parole del luogotenente Enzo Di Mascio, oggi in pensione, vice comandante della Compagnia di Pontecorvo all’epoca in cui comandava il colonnello ucciso in Agfghanistan. “Lo sostituivo ogni qualvolta, e accadeva spesso, andava in missione all’estero. Oltre ad essere estremamente operativo aveva una grossa carica umana. Dovunque c’era bisogno lui interveniva per proteggere i suoi uomini anche all’interno dell’Arma, interveniva d’impulso. Ricordo che in occasione della festa della madre, organizzammo una gita ad Olbia dove abitavano i genitori. In quell’occasione, al ristorante, fece sedere tutti e servì lui a tavola. Aveva un cane che si chiamava Sansone, – continua Di Mascio nei suoi ricordi – era un rottweiler. All’epoca era scapolo e si affezionò a quel cane. Poi conobbe Ornella, una ragazza di Roccasecca che prestava servizio come volontaria alla Croce Rossa e si sposarono dopo un anno. Era un trascinatore di uomini oltre ad essere professionalmente preparato. Era paracadutista ma soprattutto un investigatore implacabile. Nell’ambito del comando provinciale di Frosinone, quando c’erano da fare ricerca di latitanti o qualche grossa gatta da pelare interpellavano sempre lui. Aveva un fiuto eccezionale e lo dimostrò pochi giorni dopo essere arrivato a Pontecorvo quando, di notte, fermammo una macchina sulla superstrada per Formia. Perquisimmo l’auto senza trovare nulla, arrivò lui, puntò la torcia su uno dei ragazzi nell’auto e disse, perquisisci lui. Ebbene aveva la drogo. Tra noi c’era un rapporto di grande rispetto e affiatamento tanto che, quando nacque la sua bambina, mi chiese di battezzarla e io lo feci con grande piacere ed orgoglio”.

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