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Dalla regione svedese del Dalsland incredibili scoperte collegate all’affresco del Cristo nel labirinto di Alatri

Ricercatori ciociari hanno effettuato clamorose scoperte in Svezia che sembrano gettare nuova luce sul misterioso affresco con il “Cristo nel labirinto” del chiostro di San Francesco ad Alatri. E’ quanto emerso dalle prime dichiarazioni rilasciate dal ricercatore e scrittore Giancarlo Pavat, che da anni si sta occupando dell’enigmatico manufatto alatrense, appena rientrato dal paese scandinavo, dove ha guidato una piccola spedizione ciociara, formata dalla moglie Sonia Palombo da Marco Di Donato e dalla moglie Manuela, da Paolo Ruggeri e da Domenico Pelino. Scopo del viaggio, che dopo l’atterraggio a Goteborg, seconda città della Svezia sul mare del Nord, ha condotto il gruppo nella regione del Dalsland, tutta pascoli, foreste e laghi, era visitare e raccogliere documentazione e informazioni sulla piccola chiesa medievale di Sant Erik a Grinstad, dove è conservato un grande labirinto affrescato simile a quello di Alatri. L’importanza di questo labirinto che però non ha la figura di Cristo al centro, consiste nel fatto che tra i sette labirinti simili a quello ciociaro, sparsi per l’Europa, è l’unico verticale ed affrescato. “Il viaggio in Svezia è stata una esperienza splendida ed entusiasmante” ha commentato Pavat “quella del Dalsland è una regione bellissima dove domina ancora incontrastata la natura. I centri abitati sono molto piccoli e tra i boschi spuntano fattorie e chiesette medievali ricche di opere d’arte, ben tenute e, cosa purtroppo impossibile in Italia, sempre aperte e visitabili” La comitiva di ricercatori ciociari è stata accolta ufficialmente dagli studiosi ed archeologi svedesi guidati dalla professoressa Gudrun Rydberg, responsabile delle ricerche storiche della regione del Dalsland e da tempo in contatto con Pavat, dalla professoressa universitaria e storica dell’arte Cecilia Hedbor, che conosce la nostra lingua in quanto negli anni ’70 ha studiato presso l’Istituto Svedese di Roma, dal presidente dell’associazione storica Sven-Olov Andreasson, dal Parroco della chiesa Gunnar Imberg dal giornalista e fotografo Bo Andersson, e dai coniugi Per e Ida Ostenberg dell’Università di Goteborg, con la loro figlioletta. Anche questi ultimi parlano correttamente l’italiano. “Sono stati tutti davvero gentili e cortesi” ha commentato Pavat “ci hanno accolti come vecchi amici, invitandoci pure a pranzo presso un antica canonica trasformata in museo vivente, presso un’altra splendida chiesetta nei boschi, a Bolstad, dove oltre a scoprire le loro tradizioni abbiamo assaggiato la cucina tipica, e dove ci hanno fatto dono di volumi sulla loro storia”. Pavat ha contraccambiato con copie dei suoi libri “Nel segno di Valcento” e “Templari ad Alatri” ed altre pubblicazioni sulla Ciociaria. Quanto ai misteri legati al labirinto, che gli svedesi hanno datato al 1200 (quindi contemporaneo di quello alatrense) sono emerse novità di rilievo che sembrano confermare un legame tra i labirinti della località svedese e quella ciociara. Si ricorderà che la momento i maggiori indiziati come autori , o meglio, come committenti dell’affresco con il Cristo nel labirinto di Alatri, sono i famosi Cavalieri Templari. Ebbene ci sono indizi, presentati dagli studiosi svedesi che indicano una loro presenza nella regione del Dalsland e lungo le rive dell’enorme lago Vanern, il terzo d’Europa, che veniva utilizzato come via di comunicazione. “Sebbene non esistano più documenti che provano un loro insediamento a Grinstad” ha spiegato la professoressa Gudrun Rydberg “si sono conservate alcune lettere inviate da Papa Clemente V ai vescovi della zona in cui si ordinava di arrestare e processare i Templari”. Prova indiretta, quindi, della loro presenza. Ma non solo. “Tra i manufatti della chiesa di Grinstad” prosegue Pavat “che ci hanno mostrato i ricercatori svedesi, come misteriose “Rose esalobate”, “acquasantiere scolpite nella roccia a forma di calice”, “conchiglie di San Giacomo”, quadri dell’Ultima Cena con un S Giovanni che sembra una donna, forse la Maddalena, spiccano alcuni simboli che, parimenti alla grande croce patente affrescata a fianco del labirinto, sono stati utilizzato anche dai Templari e presenti pure ad Alatri”. Pavat per il momento non si sbilancia di più, probabilmente per non guastare la sorpresa quando uscirà il documentario, che la spedizione ciociara sta realizzando grazie alle oltre due ore di filmati, con interviste agli archeologi svedesi, e centinaia di foto. Molte sono immagini assolutamente inedite e straordinarie, di luoghi manufatti che nessuno, a parte qualche svedese, ha mai visto. Infine, sembra che sia stato scoperto anche qualcos’altro. Un ulteriore manufatto, probabilmente un altro labirinto, che costituirebbe la prova incontrovertibile che nel Medio Evo, qualcuno girava per l’Europa da sud a Nord con la rappresentazione dell’affresco con il Cristo nel labirinto di Alatri.
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