Come un’amara colazione i carabinieri di Ascoli Piceno hanno “servito†di primo mattino a Salvatore Parolisi l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale Piceno. L’uomo è accusato dell’omicidio della moglie Melania Carmela Rea, la 29enne di Somma Vesuviana ma residente ad Ascoli, trovata morta il 20 maggio nel bosco di ripe di Civitella nel teramano. Era scomparsa due giorni prima durante, così aveva detto Parolisi agli inquirenti, una passeggiata nel parco di San Marco. Mesi di indagini per lo più concentrate sulle verifiche delle ricostruzioni fornite dall’uomo, unitamente a quelle medico scientifiche, alle verifiche delle utenze telefoniche, allo studio delle relazioni extraconiugali di Parolisi, hanno portato gli inquirenti prima ad iscrivere il marito nel registro degli indagati, poi a chiederne la carcerazione preventiva. Oggi, il gip, ha accolto quella richiesta permettendone l’arresto. Troppe, secondo gli investigatori, le incongruenze nei racconto di Parolisi, troppe le vicende nascoste e emerse nel corso dell’indagine. L’uomo non poteva non sapere ciò che era accaduto alla moglie. Rimangono però misteri raccapriccianti: innanzitutto il dna femminile ritrovato sotto le unghie di Melania e le coltellate inferte sul suo corpo, alcune ore dopo il suo decesso. L’arresto, dunque, sembra non dare tutte le risposte che ci si attende sull’efferato
Delitto di Melania. Intanto, accertato che l’uccisione di Melania è avvenuta nel bosco di Ripe di Civitella, le indagini dovrebbero passare per competenza alla procura di Teramo.
Er. Amedei
Foto Alberto Ceccon