Smantellata industria del falso: sequestrate tre fabbriche abusive, 11 persone denunciate 13mila pezzi sequestrati
6 Luglio 2011La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, nell’ambito di indagini dirette dal Procuratore Aggiunto Dott. Fausto Zuccarelli e dal Sostituto Procuratore Dott.ssa Valentina Sincero, appartenenti alla III Sezione reati economici e finanziari, ha disposto numerose perquisizioni domiciliari, eseguite da 60 militari appartenenti al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone, con la collaborazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli.
Le perquisizioni sono relative ad una vasta indagine finalizzata al contrasto della contraffazione ed alla tutela del made in Italy. Le località interessate sono Napoli (Quartiere San Carlo all’Arena), Giugliano in Campania (Na) e Casoria (Na).
Gli interventi repressivi sono scaturiti da recenti sequestri di prodotti contraffatti in transito sull’Autosole, effettuati a Cassino nei confronti di corrieri che trasportavano carichi di “falsi†da Napoli a Roma.
L’attività ha permesso di scoprire tre attrezzatissime fabbriche per la produzione di copie “taroccate†di abbigliamento ed accessori di grandi marche.
Le due fabbriche di produzione di scarpe a marchio “Hogan†erano situate a Giugliano in Campania e a Casoria.
Ai macchinari erano impiegati nove operai specializzati, ovviamente al nero e senza alcuna garanzia in materia di sicurezza sul lavoro, previdenziale, contributiva, assicurativa ed assistenziale.
Essi, tuttavia, nonostante la condizione precaria di lavoro, assicuravano una notevole professionalità e perizia che permettevano una produzione di scarpe di elevata qualità , vendute al dettaglio ad un prezzo di 55 euro al paio.
Il guadagno stimato, per ciascuna fabbrica, è di 10.000 euro al giorno.
Entrambe le fabbriche erano videosorvegliate con telecamere esterne occultate e non segnalate: l’intervento a sorpresa ed in massa dei militari, tuttavia, ha permesso di fermare gli addetti che avevano tentato la fuga.
La fabbrica di borse false, invece, era operante in pieno centro di Napoli, nel Quartiere San Carlo all’Arena: in particolare, si trovava all’interno del Real Albergo dei poveri noto come “Serraglioâ€, il maggiore palazzo monumentale di Napoli, in una struttura abusivamente occupata.
Al momento della perquisizione, i militari hanno trovato sei lavoratori in nero (cinque donne e un uomo) intenti alla produzione di borse da donna a marchio “Louis Vuittonâ€, “Fendi†e “Gucciâ€.
Nel corso delle attività di perquisizione, sono stati rinvenuti i seguenti materiali (per mezzo dei quali veniva svolta l’attività di riproduzione clandestina di marchi famosi) e prodotti (destinati alla vendita):
 Macchinari industriali per la produzione di scarpe, nr. 45 (per un valore complessivo stimato di circa 350.000,00 euro);
 Stampi in alluminio con i marchi illecitamente riprodotti (“Hoganâ€), nr. 2;
 Prodotti finiti (Scarpe, borse) pronti per la distribuzione ai corrieri ed ai rivenditori, nr. 3.000, per un valore di mercato di 140.000 euro;
 Materie prime, semilavorati ed imballaggi per l’illecita produzione, nr. 13.000 pezzi.
Tutti i predetti materiali, rinvenuti all’interno dei laboratori clandestini o nella disponibilità dei corrieri, sono stati sottoposti a sequestro, in quanto costituenti prova dei delitti per i quali si procede.
I prodotti contraffatti erano destinati ad invadere Roma, Napoli, i Castelli Romani e il Basso Lazio (Provincie di Frosinone e Latina).
Nei periodi estivi, gran parte dei traffici illeciti sono indirizzati verso il lungomare laziale, in particolare quello romano e pontino, dove numerosi ambulanti extracomunitari vendono le loro mercanzie, facendo ritorno al termine della giornata nei quartieri-dormitorio della Capitale.
L’operazione di polizia giudiziaria, che ha avuto inizio nella provincia di Frosinone, ad opera delle Fiamme Gialle del locale Comando Provinciale, rientra in un vasto dispositivo di contrasto al fenomeno della falsificazione commerciale.
In particolare, l’operazione è rivolta ad attenuare i gravi danni che tale fenomeno illecito riverbera sull’intero tessuto economico-sociale.
L’illegalità che ne deriva si manifesta:
– nell’abusivismo commerciale, soprattutto in riferimento alla vendita ambulante senza licenze ed autorizzazioni, perlopiù ad opera di cittadini extracomunitari;
– nell’evasione fiscale, in quanto la totalità degli abusivi non presenta dichiarazioni dei redditi;
– nella vendita di prodotti (soprattutto di origine cinese) importati illegalmente e non rispondenti ai requisiti di sicurezza stabiliti dall’Unione Europea, e quindi nocivi per la salute umana;
– nella vendita di prodotti contraffatti o piratati, con grave danno al Made in Italy ed alle aziende proprietarie di marchi, brevetti e diritti d’autore che vengono indebitamente imitati;
– nella concorrenza sleale, svolta dagli abusivi e dagli evasori fiscali, a danno delle imprese del territorio che operano nella regolarità e con le autorizzazioni prescritte, pagando le tasse, mettendo in regola i lavoratori dipendenti, rispettando le normative ambientali.
Sulla base di tali considerazioni, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza da mesi svolge un’attività di contrasto a tutto campo alla contraffazione, attraverso una serie di indagini mirate a colpire non soltanto i venditori al dettaglio, ma soprattutto i grandi produttori ed i distributori all’ingrosso dei prodotti contraffatti, che incamerano immensi guadagni “al nero†danneggiando l’intera economia nazionale.
Partendo dai numerosi sequestri compiuti a corrieri o venditori ambulanti, si è cercato di ricostruire la filiera della distribuzione e della produzione dei prodotti contraffatti, arrivando a chi tiene le fila del business illegale.
Da tali indagini sono maturati numerosi sequestri sia nel campo dell’abbigliamento contraffatto, che nel campo della pirateria audiovisiva, i due settori più importanti attraverso i quali gli ambulanti extracomunitari, spesso sfruttati da mediatori connazionali senza scrupoli, si guadagnano da vivere.
Attraverso serrate indagini, è stato possibile arrivare alle tre fabbriche clandestine, con l’imponente sequestro di materiali che ha messo in ginocchio il mercato delle calzature e delle borse contraffatte.
L’operazione conclusa ha permesso di infliggere un colpo importante alle organizzazioni operanti nella falsificazione in campo commerciale.
Il contrasto operato dalla Guardia di Finanza al mercato dei prodotti contraffatti, fenomeno criminale che ha ormai assunto le caratteristiche di vera e propria attività imprenditoriale, oltre a tutelare le aziende produttrici dei prodotti copiati, nonché i commercianti che rivendono merce originale assolvendo tutti gli obblighi di natura fiscale e amministrativa previsti dal nostro legislatore, assume particolare rilevanza nella tutela della cultura nazionale, di cui la moda ed il Made in Italy sono elementi essenziali.