Coldiretti, 2000 sacchetti di frutta e verdura distribuita a romani e turisti per alzare l’attenzione sulla crisi dell’ortofrutta
5 Agosto 2011Oltre 400 produttori con 100 quintali di angurie, meloni, melanzane ed il meglio della campagna laziale hanno invaso la centrale Piazza S.Apostoli per evidenziare il disagio ed il malessere dei produttori ortofrutticoli. A guidare la delegazione più numerosa, quella di Fondi, il direttore della Coldiretti di Latina, Saverio Viola. A fare gli onori di casa il presidente regionale di Coldiretti Lazio, Massimo Gargano, che è anche vice presidente nazionale, ed il direttore di Coldiretti Lazio, Aldo Mattia. Numerosa anche la delegazione ciociara con a capo il direttore Paolo De Cesare. Ma la mobilitazione ha riguardato anche le Coldiretti di Roma,Rieti e Viterbo. Con cartelli e striscioni Coldiretti ha rimarcato le distorsioni di un mercato che sta portando alla chiusura le imprese laziali. Le pesche gialle – ha chiosato Gargano – vengono pagate agli agricoltori 31 centesimi al chilo, ma ai consumatori costano in media 1,85 euro al chilo con un ricarico del 496 per cento (sei volte), i cocomeri passano da 0,11 euro al chilo in campo a 0,60 euro al chilo sulla tavola con un aumento del 445 per cento (cinque volte e mezzo ) e i meloni da 0,34 euro al chilo a 1,30 euro con un ricarico del 282 per cento (quadruplicano). Numeri che spiegano perché oggi siamo in piazza. 2.000 i sacchetti di frutta e verdura distribuiti a tutti i romani ed i turisti che, ringraziando, hanno anche chiesto di contribuire in qualche modo allo sforzo dei produttori. Non occorre – ha detto Viola – è, invece, al contrario, importante far comprendere, e quindi divulgare, che ai nostri produttori arrivano solo le briciole di ciò che pagano i consumatori. “La causa della crisi – ha detto Aldo Mattia – va ricercata nella moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola che ha reso piu’ onerosi gli acquisti, ma ha anche fatto crollare il reddito degli agricoltori che negli ultimi quindici anni sono stati costretti ad abbattere quasi la metà delle coltivazioni. Insomma il messaggio di Coldiretti Lazio è chiaro:la crisi non si avverte solo nei listini delle Borse mondiali.Anche le imprese del comparto agricolo rischiano il default. La provocazione, con l’iniziativa della spesa gratis per un giorno, apprezzata dai cittadini e turisti, ha inteso sottolineare la crisi del comparto nel Lazio ancor di più che in Italia. Soprattutto evidente al Mercato ortofrutticolo di Fondi (Mof) per le storture delle filiera che condizionano il mercato».Tanta anche la rabbia registrata tra i produttori «siamo qui a esprimere il nostro disagio perché non tolleriamo speculazioni sulle produzioni agricole- hanno detto a chiare note. Il rischio concreto – ha detto De Cesare- è quello della desertificazione imprenditoriale, dei territori dei nostri produttori, e dei portafogli del consumatore». «A Fondi in primis, e in forma più attutita al Centro Agrolimentare di Roma, la situazione è talmente grave – ha sottolineato ancora Viola – che gli agricoltori preferiscono regalare i propri prodotti di qualità piuttosto che svenderli a pochi centesimi. Senza alcun vantaggio, per i ricarichi dal campo alla tavola, per i consumatori di prodotti come questi, salutari e indispensabili per fronteggiare caldo, che continuano a pagare tanto di più frutta e verdura». Insieme alla provocazione anche la proposta nello stile Coldiretti. Rilancio delle diverse forme di vendita diretta, dai farmer’s market alle botteghe di Campagna Amica, in un patto che l’organizzazione vuole stringere coi consumatori. La scomparsa del frutteto nelle province laziali ha effetti economici, ambientali, paesaggistici ed anche per la salute perché rischia di privare i consumatori della freschezza di prodotti indispensabili per il benessere raccolti vicino a casa. Ci vuole – conclude Gargano – una assunzione di responsabilità dell’intera filiera che segua il prodotto da quando esce dall’azienda fino a quando arriva sul banco dei supermercati†perché nella forbice dei prezzi dal campo alla tavola c’è sufficiente spazio per garantire reddito ai produttori e consentire acquisti al giusto prezzo per i consumatori.Â
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I NUMERI
Oggi gli acquisti di frutta e verdura delle famiglie laziali sono di appena 350 chili all’anno mentre nel 2000 erano 450 chili, nonostante la spesa per acquistarla sia aumentata. Nel 2011 i consumi familiari di frutta e verdura sono diminuiti nelle province laziali del 9 per cento nel primo trimestre rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. In tutto il 2010 le famiglie italiane hanno acquistato 8,3 milioni di tonnellate di ortofrutta per una spesa complessiva di 13 miliardi, di cui circa 4,5 milioni di tonnellate gli acquisti di frutta e 3,8 milioni di tonnellate quelli degli ortaggi.
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I RICARICHI DAL CAMPO ALLA TAVOLA – in euro/kg
     Prezzo al produttore          Prezzo al consumatore       Ricarico
Lattuga                     0,23                           1,50                                    552 %
Indivia                     0,28                           1,90                                    533 %
Anguria                    0,11                          0,60                                    445 %
Pesche nettarine    0,34                          1,95                                    474 %
Pesche gialle          0,31                          1,85                                    496 %
Meloni                      0,34                          1,30                                    282%Â
Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati sms consumatori relativi ad agosto 2011
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