“Sono anni che l’Italia insieme ai Paesi membri dell’Ue sta tentando di imboccare la strada dell’unione politica. Abbiamo provato a farlo a Roma con la Costituente, ma evidentemente i tempi non erano ancora abbastanza maturi. Oggi c’è da augurarsi che questo obiettivo, parte fondante del Trattato di Lisbona, possa essere finalmente raggiunto. Tra l’altro, sono convinto che si tratti di un processo che verrà accelerato in un senso o nell’altro anche dai cambiamenti in atto negli equilibri economici mondiali e da una crisi che viene vissuta, come abbiamo visto, anche a livello politico e sociale e non solo nei mercati finanziariâ€. Così è intervenuto il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese, nel corso del suo intervento al seminario “Il federalismo in Europa e nel mondoâ€, organizzato dall’Istituto di Studi Federalisti “Altiero Spinelliâ€, in collaborazione con la GFE (Groupe des droites européennes -Group of the European Right) e il MFE (Movimento federalista europeo).
“Tenere ogni anno questo seminario – ha continuato Abbruzzese – significa mantenere vivo il ricorso di tre menti illuminate, cui l’Italia e l’Europa devono molto, e che definirono un sogno poi diventato realtà , quello dell’Europa unita. Un’Europa che come ho detto ancora deve crescere molto in quanto a coesione sociale, politica ed istituzionale, ma che va decisamente nella direzione tracciata nel Manifesto di Ventotene. Il valore e insieme la profezia politica di questo documento risiedono proprio nell’aver individuato con chiarezza la necessità di creare un’Europa unita in senso federale, un’Europa solidale in cui le identità e i territori trovino una sede sovranazionale nella quale far sentire la propria voce.
Senza l’Europa e senza l’Euro, probabilmente oggi l’Italia sarebbe stata sbranata dagli speculatori internazionali, come accadde nel ’92. E come l’Italia, altri paesi europei. Basti pensare all’interdipendenza tra Stati rispetto ai debiti pubblici. Si può leggere questo dato come un fattore di debolezza – ha puntualizzato Abbruzzese – ma anche come esempio di forza che spinge l’Europa ad intervenire in soccorso. Personalmente mi auguro che questa necessità divenga sempre più una scelta che vada oltre le contingenze, che l’agire politico sui grandi temi sia in primo luogo europeo e poi del singolo stato nazionale. Oggi, se possiamo fronteggiare la crisi, lo dobbiamo in primo luogo alla solidità delle istituzioni comunitarie. Anche le istituzioni territoriali come quella che sono stato chiamato a rappresentare possono fare la loro parte, lavorando per restituire ai cittadini fiducia nel proprio futuro con la ripresa dell’occupazione e fiducia verso le istituzioni che a volte sembrano smarrirsi di fronte alla rapacità dei mercati, lasciando poi a terra l’economia reale, i risparmi delle famiglieâ€.