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Ortofrutta a rischio in Ciociaria Coldiretti: “Produttori pronti a lasciare frutta e verdura nei campi”

Dalla crisi del settore del latte e dei suini all’ortofrutta, si moltiplicano i momenti di criticità e le difficoltà del mondo agricolo. Se continua di questo passo, denuncia Coldiretti, anche i produttori ciociari saranno costretti a lasciare in campo frutta e verdura perché pagati meno di quanto costa raccoglierli. Qualche esempio? Le pesche vengono pagate al produttore intorno ai 30 centesimi al chilo. Al supermercato, invece,costano almeno 2 euro al chilo. Non va meglio per la lattuga: un chilo di insalata cappuccia viene pagato una miseria, appena 20 centesimi al chilo, meno della metà di quanto costa coltivarla e raccoglierla. E il consumatore? Quando gli va bene spende 1,80 euro, ben nove volte tanto. Altro esempio, i pomodori da insalata. In campagna vengono pagati fra i 30 e i 40 centesimi al chilo e al supermercato 2 euro. “A questo punto – osserva Paolo De Cesare, direttore di Coldiretti Frosinone – molti imprenditori stanno valutando se lasciare il prodotto in campo in modo da risparmiare almeno le spese di raccolta, visto che comunque non c’è niente da guadagnare. Siamo a prezzi dimezzati rispetto a dieci anni fa, con costi di produzione cresciuti a dismisura. Ma il consumatore non beneficia del crollo verticale dei prezzi perché al dettaglio i costi restano alti a causa delle distorsioni, delle inefficienze, delle spèeculazioni, e delle eccessive intermediazioni nel passaggio della frutta dall’azienda agricola al carrello della spesa i prezzi possono aumentare anche di 5 o 6 volte. Quest’estate si è allargata senza giustificazioni la forbice dei prezzi della frutta fresca tra produzione e consumo. Una situazione che danneggia gli agricoltori costretti a lavorare in perdita ma anche i consumatori che potrebbero acquistare maggiori quantità e a condizioni più vantaggiose”.
Le motivazioni della crisi – sostiene il direttore della Coldiretti – sono diverse, dall’andamento meteorologico che ha provocato la maturazione contemporanea di produzioni diverse all’emergenza dell’”Escherichia Coli” che ha causato il contenimento dei consumi ma sotto accusa ci sono anche l’inadeguatezza delle normative comunitarie per la prevenzione e la gestione delle crisi di mercato e la distribuzione commerciale. Coldiretti chiede alle Istituzioni di intervenire presso la grande distribuzione per sottoscrivere l’accordo interprofessionale, già firmato dal resto della filiera, regolamentare l’uso del sottocosto dei prodotti ortofrutticoli, regolamentare l’uso della scontistica, ridurre i tempi di pagamento sui prodotti deperibili, fissare l’obbligo di una corretta informazione al consumatore sulla stagionalità.

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