Rischiata l’ennesima tragedia estiva, dopo le 30 forbiciate arrestato l’aspirante uxoricida
10 Agosto 2011Luglio, per quest’anno, era trascorso senza che si perpetrasse l’ormai ricorrente fatto di sangue. Ma agosto non ha lasciato scampo. Sembra, infatti, ormai una terrificante saga, uno stesso identico copione che si ripete, nel territorio di Lanciano, con preoccupante sistematicità ormai da tre anni.
Si era appena conclusa la vicenda del 2010, che aveva visti coinvolti Luigi Del Bello e la sua consorte, Emilia Tortella: nel cuore della notte, tra le quattro mura della loro casa, lui le aveva inferto una ventina di coltellate e lei, immobilizzata a letto da una malattia sempre più invalidante, non aveva potuto difendersi. E a luglio scorso si era chiuso il cerchio, con la condanna a 20 anni per omicidio per l’uomo e, appena qualche giorno dopo, il suo drammatico lancio nel vuoto.
Archiviata quella storia, ecco che ieri pomeriggio se n’è aperta una nuova. La fortuna, questa volta, è che la donna – la vittima, come sempre – Olga CATENARO, ha avuto riflessi pronti a sufficienza per reagire. Lei e suo marito, Antonio BOMBA, 78 anni, erano in casa quansi pronti per uscire per una passeggiata pomeridiana. Olga si era affacciata al balcone e Antonio, dalla cucina, l’aveva chiamata dicendole che voleva darle un bacio. Lei gli aveva risposto che il bacio avrebbe potuto darglielo anche sul balcone, e invece lui le aveva risposto di no, che glielo voleva dare in cucina. La poveretta, quindi, era entrata e lui, afferrate le forbici, le ha inferto una …due …tre forbiciate, fino ad una trentina circa, su ogni parte del corpo: alla testa, al torace, sugli arti …ovunque. Olga ha cercato di difendersi, di scappare, di gridare aiuto. La vicina del piano di sopra l’ha sentita ed è scesa, lei ha fatto appena in tempo ad aprire la porta, giusto uno spiraglio su quell’orrore tremendo prima che il marito, con violenza, la richiudesse e continuasse nella sua furia omicida. La vicina, quindi, si è recata di corsa a chiamare la figlia, che abita al piano di sopra, e solo grazie al suo intervento sono riusciti ad entrare in casa.
La scena che si è aperta davanti agli occhi, prima la figlia, e poi, subito dopo, dei carabinieri intervenuti sul posto, è stata agghiacciante: sangue ovunque, chiazze grandi come pozzanghere, striature lungo i muri, occhiali rotti e galleggianti nel liquido ematico, una lampada da comodino in frantumi, raccontavano gli attimi drammatici che Olga deve aver vissuto nel tentativo estremo di difendersi. In un angolo le forbici, due paia, di quelle da taglio e cucito da 20 cm l’una, entrambe insanguinate, e poco più in là una pezzetta sporca, forse nel tentativo, folle anch’esso, di ripulirle dalle tracce ematiche.
Olga giaceva inerme sul pavimento, sul volto una maschera di sangue scuro, che fuoriusciva dalle ferite inferte sul capo, e lui, cosparso di sangue della povera donna, che tentava di spiegare che aveva preso le forbici perché voleva tagliare il filo del decoder, e altre amenità .
La donna è stata immediatamente affidata alle cure del locale nosocomio, i cui medici, fortunatamente, hanno potuto tranquillizzare i parenti in merito alle sue condizioni, che, nonostante il quadro lesivo esteso, non destavano preoccupazione. Al momento, non è stata ancora sciolta la prognosi, perchè comunque i dottori hanno preferito mantenerla sotto osservazione.
L’uomo è stato tratto in arresto per tentato omicidio, in quanto proprio il quadro lesivo insistente sul corpo martoriato di Olga non ha lasciato alcun dubbio sulle sue intenzioni.
Il movente: nessuno. Cioè, come si dice in questi casi, un raptus. Un raptus forse determinato dal fatto che lui non aveva mai voluto assumere i farmaci che gli erano stati assegnati per episodi psichiatrici del passato.
E proprio su questo fatto, e sulla sistematicità con cui episodi simili si verificano con maggior frequenza in concomitanza delle esplosioni di caldo, sarebbe il caso di puntare l’attenzione, sensibilizzando i parenti di coloro che hanno già manifestato problematiche psichiatriche a mantenere alta la guardia. Perchè le vittime, in questi casi, sono quasi sempre persone che non sanno difendersi. Fortunatamente, almeno in questo caso, Olga è riuscita a divincolarsi, facendo sì che anche le forbiciate inferte nei punti cruciali non si rivelassero letali.