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Tentano di cambiare un assegno di oltre 16mila euro ma vengono arrestati per truffa e sostituzione di persona

A Cassino i carabinieri del NORM della locale Compagnia, a seguito di serrate indagini traevano in arresto nella flagranza dei reati di “truffa aggravata e ricettazione in concorso, nonché sostituzione di persona” B.G., 54enne e S.V., 78enne entrambi da Napoli già censiti. I predetti, venivano bloccati dagli operanti presso un Istituto di Credito del luogo, subito dopo aver tentato di cambiare un assegno di € 16.839,00, risultato oggetto di truffa ai danni di “Prestitalia” agenzie di Napoli e Frosinone, nonché di un 70enne di Cervaro ignara vittima di una articolata azione truffaldina messa a segno da più persone e finalizzata alla monetizzazione di assegni emessi a fronte dell’esibizione di documentazione di identità e certificato di pensione falsi. La truffa prevedeva: “l’istanza a Prestitalia di un prestito di una certa somma di danaro da parte di un individuo ancora da identificare che esibiva una serie di documentazione falsa intestata all’ignaro pensionato. Una volta accettata la richiesta veniva emesso da parte di Prestitalia un primo assegno di euro 16.839,00 consegnato dal richiedente (truffatore) agli altri due complici (gli arrestati) che, dopo aver aperto anche un fittizio conto corrente giustificando un plausibile accredito della pensione, mettevano all’incasso l’assegno esibendo sempre la documentazione falsa a nome del 70enne. La ben congeniata azione delittuosa si “inceppava” allorquando Prestitalia per dei chiarimenti si metteva in contatto con il pensionato, il quale all’oscuro di tutto riferiva di non aver mai avanzato alcuna richiesta di prestito. Gli operanti, avvisati dai responsabili dell’Istituto di Credito che avevano ricevuto una comunicazione da parte di Prestitalia per la sospensione del titolo, iniziavano una serie di accertamenti che avevano come epilogo l’arresto in flagranza dei due truffatori ed il sequestro di tutta la documentazione. Gli arrestati, dopo le formalità di rito, venivano ristretti in regime degli “arresti domiciliari” presso le rispettive abitazioni

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