Osama Bin Laden non c’è più, anche Saddam Hussein è stato vinto e Gheddafi è alle corde, ma il decennale dell’attacco terroristico all’America che si celebra oggi ci regala un mondo tutt’altro che tranquillo, tutt’altro che in pace devastato da una crisi economica che, secondo molti, poggia le radici proprio nelle decisioni che l’occidente prese dopo qulm terribile 11 settembre del 2001 quando gli aerei di linea United Airlines 175 e American Airlines 11 si conficcarono nel cemento e acciaio del World Trade Center di New York come lama calda nel burro. La densa e alta colonna di fumo, la gente che urlava e si gettava nel vuoto, poi i crolli con l’enorme nuvola di polvere che si alzò e oscurò il cielo come probabilmente accade solo durante una potente eruzione vulcanica. Sono scene viste in tv, raccontate sui giornali, o cliccate su internet migliaia di volte in tutto il mondo che nonni, padri, figli e nipoti dell’11 settembre 2001, non dimenticheranno mai. Un gruppo di 19 terroristi, quel giorno di dieci anni fa, allo scattare dell’ora “xâ€, presero il controllo di quattro aerei di linea. Due vennero fatti schiantare intenzionalmente sulle torri 1 e 2 del World Trade Center di New York, le famose Torri Gemelle, simbolo della potenza economica degli Stati Uniti causando, poco dopo, il collasso di entrambi i grattacieli. Un terzo aereo di linea controllato dai dirottatori si schiantò contro il Pentagono, simbolo della forza militare; il quarto aereo puntava al potere politico, al Campidoglio o la Casa Bianca a Washington. Solo in quest’ultimo caso, l’obiettivo non venne raggiunto. Il velivolo si schiantò vicino Shanksville, nella Contea di Somerset (Pennsylvania), precipitato in seguito all’eroica reazione dei passeggeri a bordo, o abbattuto da un caccia intercettore dell’aeronautica militare americana.
Tremila le vittime dei quattro attentati; 2.752 persone morirono a New York nel crollo delle torri gemelle, tra queste 343 vigili del fuoco e 60 poliziotti.
E il gigante Usa che sanguinò circa 3mila vittime reagì con la forza, con la guerra necessaria in Afghanistan e in Iraq, si disse, per evitare che la guerra arrivasse nelle case degli occidentali: Non sappiamo che mondo sarebbe oggi il nostro se quelle scelte non fossero state prese, nel nostro mondo, però, strapazzato da una crisi economica che mette a rischio la stabilità di intere nazioni e addirittura l’Unione della stessa Europa, in tanti si dicono convinti che quelle guerre, o meglio l’enorme spesa per sostenerle, abbiamo gettato sul lastrico prima gli Stati Uniti, poi, a catena, gli altri paesi alleati. Il terrorismo, quindi, dieci anni fa, colpì ancora più duro di quello che all’epoca sembrò.
Ermanno Amedei