Molti sostengono che in provincia di Frosinone manchi la progettualità , tramite la quale individuare le direttrici di sviluppo da percorrere per traghettare fuori dalla crisi la nostra economia. Non sono d’accordo. Anzi, sono convinto del contrario: ci sono troppi progetti. Ricordo il piano “Frosinone 2015†dell’amministrazione Marrazzo, quelli attuali presentati dalla giunta Polverini nel suo recente intervento ad Atina, i piani dell’amministrazione Scalia e quelli del presidente Iannarilli. Progetti ambiziosi. Alcuni validi, come quello per la realizzazione dell’aeroporto a Frosinone, capace di creare nuova economia e sviluppare la crescita dell’intero territorio. Ma la realtà ci impone di confrontarci con i tempi lunghi di realizzazione; l’economia fissa limiti insormontabili a questi progetti.
Credo che sia arrivato il momento di selezionare, tra tutti questi progetti, quelli realmente realizzabili e cantierabili. E puntare con convinzione su di loro. Senza perdere altro tempo a pensare nuovi progetti che alla fine si rivelano solo la copia aggiornata di idee che ormai sono sulla carta da talmente tanni anni che molti se ne sono dimenticati.
E credo che sia arrivato il momento, non più rinviabile, di fare squadra tra le istituzioni che governano, a vario titolo, il territorio. Asi, Cosilam, Università , Palmer, Provincia, Camera di Commercio… non possono continuare ad agire in maniera scollegata, a disperdere le loro energie in mille rivoli, proprio a causa della mancata individuazione delle priorità sulle quali tutti devono far convergere i loro sforzi. Più volte ho invitato l’attuale presidenza della Provincia ad un confronto, non ho ricevuto risposta. Confermo in questa sede la disponibilità dell’ente che presiedo a far parte di questo processo di selezione ed individuazione delle priorità su cui tutti dobbiamo concentrarci.
Non sono esclusi, da questa chiamata di responsabilità , gli imprenditori: si deve recuperare l’etica nell’impresa, perché non è possibile pensare solo ad ottenere il massimo profitto quando è possibile unire a questo anche la crescita del territorio.
Ed in questa sede, a questo proposito, faccio autocritica come presidente provinciale di Confcommercio: anche le organizzazioni degli imprenditori devono sbrigarsi. Dove la politica è assente sta a noi surrogarla. Domando a me stesso: dove sono i grandi attrattori di investimenti che la pubblica amministrazione avrebbe dovuto individuare e realizzare? Non perdiamo altro tempo ed iniziamo ad individuarli e farceli da noi.
Fare squadra è un concetto che deve smettere di restare astratto e deve diventare concreto. Noi della Camera di Commercio lo stiamo facendo: le Camere di Commercio di Frosinone e Latina si preparano a stringere un’alleanza strategica. Uniranno le forze per migliorare i risultati nei campi della formazione professionale, del commercio sui mercati esteri, dell’economia basata sul mare e sul turismo. Gli obiettivi sono il miglioramento dei servizi forniti all’utenza, ottimizzando le risorse e contenendo le spese.
Gli indicatori economici ci indicano strade precise da percorrere e non possiamo tardare ulteriormente: abbiamo bisogno di continuare l’adeguamento della nostra rete di infrastrutture, proseguendo nel solco che ha portato all’apertura del casello autostradale di Ferentino, al completamento della Sora – Frosinone – Ferentino, alla realizzazione della rotatoria tra l’asse attrezzato Fiat e la Cassino – Mare; opere che hanno contribuito ad alleggerire il traffico che strangolava le strade del capoluogo, a rendere più accessibili una parte dei nostri siti industriali. Ma dobbiamo proseguire: individuare le prossime priorità e procedere al più presto con la loro realizzazione.
Segnali incoraggianti arrivano dal comparto del turismo ma siamo lontani dal riuscire a creare una vera industria dell’accoglienza sul nostro territorio: passi in avanti sono stati fatti, puntando sulla tipicità dei nostri prodotti, sul turismo delle gite fuori porta, sul turismo religioso. Abbiamo voluto essere presenti, quest’anno, alla Bit di Milano: non con uno stand ma portando i nostri prodotti tipici, facendoli cucinare sul posto ed assaggiare, cercando così di trasmettere la tipicità e la tranquillità dei nostri luoghi, spiegando che sono a portata di mano e pertanto più accessibili e convenienti.
Il calo della domanda sul mercato interno viene compensata dalle esportazioni, ma non tutte le nostre imprese l’hanno capito e non tutte sono pronte a fronteggiare i mercati esteri: dobbiamo aggiornarci, la nostra azienda speciale Innova ha organizzato corsi di specializzazione orientati in questa direzione. Ma occorre che ci sia più sostegno alle esigenze di innovazione, ricerca e sviluppo che vengono dalle nostre iscritte.
Fare sistema. E’, questo, il primo passo da compiere per lo sviluppo del territorio. Selezionare i progetti per individuare ciò che è realizzabile, è il secondo passo. Coinvolgere tutti i protagonisti dello sviluppo è il terzo. Se fallisce anche uno solo di questi passaggi, allora non raggiungeremo alcun risultato.