“Del Piano Fabbrica Italia non sappiamo ancora nulla, in compenso con la chiusura di Irisbus siamo alla dismissione del terzo stabilimento FIAT, e ad una continua riduzione del perimetro aziendale”. Lo dichiara in una nota stampa Benedetto Truppa della Cgil di Frosinone.
“Tutto conferma la volontà di Marchionne di demolire la presenza dell’Azienda in Italia senza che vi sia alcun accenno del Governo di capire quale sia il piano industriale della Azienda “ Torineseâ€,; l’unico rapporto sembra essere quello già omaggiato da Sacconi di inserire nella manovra economica l’artico 8 per tutelate il progetto e garantire il contratto aziendale instaurato con il ricatto dei licenziamenti a Pomigliano e a Mirafiori.
A questo si somma il cattivo andamento delle vendite della FIAT in Europa nel mese di Agosto, dove ad un aumento di immatricolazioni delle auto pari al 7,8% rispetto allo stesso mese del 2010, l’Azienda Torinese perde il 7,6%.
La CGIL sia a livello nazionale che territoriale, è fortemente preoccupata e ormai da circa tre anni continua a chiedere al Governo ed a tutte le Istituzioni interessate di inchiodare in un tavolo di confronto la FIAT per capire realmente quali intenzioni ha per il futuro degli stabilimenti nel nostro paese.
Il tutto senza alcun riscontro, con l’assenso totale del Ministro Sacconi, invece molto attento a rispondere a quelle che sono le richieste dell’Amministratore Marchionne, approvando una legge ad “ aziendam†anche con valore retroattivo pur di rispondere all’esigenze della Azienda Automobilistica.
Lo stabilimento di Cassino vive per intero il clima di incertezza e della mancanza di un piano industriale, quello che è definito il fiore all’occhiello in produttività e tecnologia non vorremmo si possa trovare in una strada senza uscita.
Con la Croma che è uscita di produzione, e la parabola discendente naturale per Bravo e Delta, l’unico modello che regge il mercato è la Giulietta; con questi volumi già da mesi la FIAT chiede per lo stabilimento di Cassino diverse giornate di CIG. E’ del tutto evidente, non essendo ad oggi previsto un nuovo modello, che la fine del 2011 e il 2012 saranno mesi certamente non felici per i lavoratori dello stabilimento e dell’indotto e vista l’incidenza sull’intera economia del territorio.
La CGIL che attraverso le iniziative sindacali ha tentato di coinvolgere più volte le forze sociali, i partiti politici, le istituzioni, Cassino è stata la sede dove il 28 gennaio la FIOM CGIL su questi temi fece lo sciopero e la manifestazione Regionale, lancia un ennesimo appello a partire dalla Presidente Polverini per far convocare subito un tavolo al Ministero dell’Attività Produttive con l’Azienda al fine di capire quali sono i reali progetti in futuro della FIAT compreso lo stabilimento di Cassino”.